La Regione fa scuola: insegnare a costo zero la cultura dell’accoglienza

di Redazione

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La Regione fa scuola: insegnare a costo zero la cultura dell’accoglienza

| venerdì 07 Dicembre 2012 - 17:22

valenti-patrizia

PALERMO, 10 DICEMBRE – Quando la pubblica amministrazione non è solo sinonimo di tagli, sprechi, malcostume, burocrazia soffocante. Mentre le risorse pubbliche sono ridotte all’osso, mentre si grida agli scandali e ai privilegi della casta, mentre la macchina burocratica si inceppa sempre più frequentemente in ritardi, lentezze e prudenze eccessive, c’è una storia che racconta tutto il contrario.

La storia nasce fra le mura del Dipartimento della funzione pubblica e del personale della Regione Siciliana ed è quella di un ciclo di corsi fai da te. Una storia che potrebbe sembrare ordinaria amministrazione ma così non è. Ci sono funzionari regionali che hanno messo a disposizione le proprie competenze e altri dipendenti di “mamma regione” disposti a sedere fra i banchi per imparare la cultura dell’accoglienza.

Settantacinque addetti ai siti museali, custodi innanzitutto, sono così tornati a scuola. E non per imparare norme, regole o strumenti operativi ma per apprendere comportamenti e linguaggio che possano far sentire il turista a casa propria. In cattedra, per il corso dal titolo “Cultura dell’accoglienza: il front-office e la ‘porta d’accesso’ al patrimonio culturale e all’offerta turistica”, altri colleghi che hanno messo a disposizione del dipartimento le loro competenze, a costo zero.

“Sebbene l’accoglienza sia nel dna dei siciliani – sottolinea il neo assessore, Patrizia Valenti – , spesso nei musei i turisti non sono assistiti correttamente, nulla a che vedere con il “calore” mediterraneo che ci si aspetterebbe. Colpa di alcune disfunzioni di un’amministrazione ricca di personale, tuttavia demotivato nell’incertezza dei ruoli e delle prospettive e a volte non a conoscenza delle regole basilari per una corretta accoglienza ed assistenza del turista”.

Per avviare questi corsi al Dipartimento è stato creato un albo dei formatori interni, una dicitura che ai più non dice molto ma è l’esempio di come, per una volta, la burocrazia e i suoi strumenti non siano un ostacolo ma un’opportunità.
“Sono più di 100 i dirigenti e funzionari direttivi regionali con laurea – spiega il Dirigente Generale Giovanni Bologna – che fanno parte di quest’albo, con qualificati curricula e soprattutto con la voglia e l’entusiasmo di trasferire ai colleghi il bagaglio delle proprie conoscenze ed esperienze. La formula è di quelle vincenti: i formatori interni parlano lo stesso linguaggio dei colleghi “discenti” e garantiscono un approccio operativo ai temi”.
Il risparmio c’è, la prospettiva è quella di replicare l’esperienza. “Grazie ai percorsi formativi ‘fatti in casa’ – rileva Antonino Cangemi, dirigente dell’ufficio che cura la formazione del personale regionale – l’amministrazione ha già risparmiato circa cinquantamila euro. Ma si conta di risparmiarne tanti di più programmando sin d’ora per il 2013 gran parte dell’offerta formativa interna”.

Il percorso è stato articolato in cinque giornate, su tre piazze: Palermo, Catania e Messina “Il risultato -commenta Gianfranco Badami, formatore interno incaricato della valutazione e docente a contratto presso l’Università di Palermo – è stato assai positivo come emerge dai questionari di gradimento compilati alla loro conclusione”. Appuntamento dunque al prossimo corso.

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