Il codice Grillo e la necessità di non essere normali

di Redazione

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Il codice Grillo e la necessità di non essere normali

| giovedì 27 Dicembre 2012 - 11:49

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PALERMO, 27 DICEMBRE – La necessità di non essere normali. È meglio che cominciamo ad accettare questa maniera di essere dei grillini, regola prima della loro esistenza in politica. E di conseguenza a ridimensionare l’aspetto formale delle loro performance riconducendole ad una questione di stile. Così sono, così li hanno forgiati.

Possiamo ragionevolmente supporre che se Venturino avesse replicato all’articolo di Lauria spiegando in maniera pacata la sua versione dei fatti – fra l’altro neppure tanto distante da quella riportata dal cronista – avrebbe portato a casa 6 mila e passa visualizzazioni del suo mediocre intervento? Se i grillini diventano normali, nei contenuti ma anche nei modi, scompaiono. Ricordiamoci di Cancelleri quando ha dovuto difendersi dall’accusa di inciucio per l’elezione dello stesso Venturino alla vice presidenza dell’Ars: sembrava D’Alia…

Il codice Grillo presuppone urla e iperbole, al di là dei contenuti. La risposta a Lauria è di cattivo gusto? Certamente si. È offensiva? In buona parte, si. È intimidatoria? Suvvia, non esageriamo. Personalmente preferisco mille volte Venturino – badiamo bene, non lo giustifico – a chi briga per togliere pubblicità istituzionale ad una testata invisa piuttosto che ad un’altra o a chi ti nega le notizie. Preferisco l’attacco frontale al metodo mafioso. E se c’è diffamazione se la veda il giudice. Lauria si ritiene diffamato? Quereli Venturino.

Accettabile o meno, l’unica discriminante dovrà essere il rispetto dei codici e delle leggi, non quello delle persone. Ci piaccia o no, è questa la china intrapresa. Se ne facciamo una questione di stile passeremo 5 anni fra video scaricati da yuotube e note di solidarietà.
Solidarietà di cui, a mio avviso, Emanuele Lauria, il cronista di Repubblica attaccato da Venturino via web alla vigilia di Natale, non ha neanche bisogno. È giornalista attento, scrupoloso e documentato, qualità che gli sono riconosciute persino dalle sue “controparti” professionali. E, soprattutto, sobrio e non gli farà piacere tutto questo clamore scatenato suo malgrado.

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