Fumo in celle separate: nuove regole al Pagliarelli

di Redazione

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Fumo in celle separate: nuove regole al Pagliarelli

| venerdì 28 Dicembre 2012 - 16:16

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PALERMO, 28 DICEMBRE – Celle confortevoli e senza compagni fumatori, bagni e docce adeguati, diritto alla cosiddetta “ora d’aria” che potrebbe allungarsi. Sono le principali indicazioni che il magistrato di sorveglianza di Palermo ha dettato alla direzione del carcere Pagliarelli di Palermo, accogliendo il ricorso di un detenuto.

Nel dettaglio il magistrato obbliga l’istituto penitenziario ad adottare “gli opportuni provvedimenti per rimuovere le violazioni dei diritti del carcerato, concernenti il rispetto dello spazio vitale all’interno della cella, il diritto ad occupare una cella con compagni non fumatori, il diritto a fruire di adeguati periodi di tempo all’esterno delle celle, la cosiddetta socialità, il diritto all’uso adeguato di bagni e docce e degli altri oggetti necessari alla cura e alla pulizia della persona e di assumere tutte le iniziative necessarie a garantire condizioni di detenzione conformi ai parametri previsti dal quadro normativo di riferimento”.

Il provvedimento è stato reso noto dal senatore Salvo Fleres, garante dei diritti dei detenuti in Sicilia, a cui si è rivolto il recluso che è stato assistito dall’avvocato Vito Pirrone, presidente dell’Associazione forense di Catania. “La pronunzia del magistrato di sorveglianza di Palermo – dice il senatore – costituisce l’ennesima conferma delle generali condizioni di disagio vissute dai reclusi italiani e siciliani a causa del sovraffollamento e delle carenze di personale, sottoposto a turni estenuanti di servizio”.
Il provvedimento potrebbe essere il primo di una serie: “Ulteriori iniziative giudiziarie in tal senso – aggiunge Fleres – sono in corso in altre carceri dell’Isola e puntano, oltre che al risarcimento del danno, anche al varo di interventi normativi, organizzativi e strutturali capaci di adeguare l’esecuzione penale ai dettati della legge, in attesa di provvedimenti in grado di svuotare in maniera significativa i vari istituti, anche attraverso il ricorso a pene alternative o all’amnistia”.

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