La Rivoluzione di Ingroia: “La politica deve fare un passo indietro”

di Redazione

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La Rivoluzione di Ingroia: “La politica deve fare un passo indietro”

| domenica 06 Gennaio 2013 - 12:13

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ROMA, 6 GENNAIO 2013 – “L’Italia ha bisogno di rimettersi in piedi e rimettere in cima ai valori della democrazia i principi della Costituzione. Per farlo occorre una rivoluzione. Una rivoluzione civile per riportare i cittadini comuni e i rappresentanti della società civile in prima fila. La politica deve fare un passo indietro, questo è il senso di una lista che è soprattutto civica che perciò si chiama Rivoluzione Civile, una vera e propria rivoluzione”.

Queste le parole di Antonio Ingroia, leader di Rivoluzione Civile, a “L’intervista della domenica”, curata da Alessandro Banfi. “Non parlo di rivoluzioni come se ne parlava ai tempi delle ideologie – prosegue l’ex magistrato -. Questa è una  rivoluzione pacifica, etico-morale, delle coscienze. La cosa più importante è rimettere al centro la pulizia e la voglia  di legalità di tanti cittadini, per questo bisogna cambiare tante regole che hanno fatto pagare ai cittadini comuni il prezzo di una casta spesso corrotta e in combutta con le mafie. Vogliamo fare piazza pulita di tutto questo, ma senza manette e ondate giustizialiste, ma con i cittadini che si mettono in campo con la loro faccia e con il loro impegno”. 

 

“La prima riforma che farei? Credo sia quella che tutti dicono di voler fare ma che nessuno ha mai fatto: quella del conflitto di interessi. Uno degli ostacoli principali all’affermazione di alcuni diritti, come il pluralismo e la libertà dell’informazione che porta a catena una serie di altri diritti negati, come l’accesso all’informazione, che è anche diritto alla partecipazione, quindi diritto democratico – spiega Ingroia -. Farei poi anche delle leggi che migliorino l’accesso alla scuola pubblica e al lavoro. I diritti dei lavoratori sono stati mortificati. La crisi è stata pagata dai più poveri e dal ceto medio che si è sempre più impoverito. Chiedo di fare una vera imposta patrimoniale severa così che i più poveri paghino meno e i più ricchi di più. Poi deve crescere l’economia, con meno burocrazia e un maggiore controllo di legalità, premiando l’economia legale e colpendo quella illegale. Vorrei dare caccia senza tregua ai patrimoni illeciti per restituire i soldi ai cittadini per bene”.

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