Il giallo dell’ufficio stampa della Regione: un caporedattore riassunto il giorno del licenziamento

di Redazione

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Il giallo dell’ufficio stampa della Regione: un caporedattore riassunto il giorno del licenziamento

| martedì 15 Gennaio 2013 - 11:01

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PALERMO, 15 GENNAIO 2013 – Licenziato, riassunto lo stesso giorno, sulla strada di un nuovo licenziamento. È la breve storia recente di Piero Messina, sino al 5 dicembre scorso caporedattore e responsabile dell’Ufficio Stampa della Regione Siciliana. Poi colpito, lui come gli altri 20 suoi colleghi, dagli strali di Crocetta e quindi mandato a casa.

Ma quello che Messina non sapeva – per quanto nei corridoi si parlasse di una sua probabile riconferma – è che, sempre il 6 dicembre contestualmente al licenziamento, La Regione gli inviava un nuovo decreto di nomina con il quale sostanzialmente lo reintegrava nei ranghi con le stesse mansioni e lo stesso grado.
Piero Messina ha ricevuto soltanto venerdì 11 (misteri della corrispondenza…), – dopo più di un mese, la notifica dell’atto che gli spalanca di nuovo le porte di Palazzo D’Orleans. E tutto ciò a 3 giorni dalla sentenza della sezione lavoro del Tribunale di Palermo che ha respinto il ricorso dei giornalisti dell’Ufficio stampa contro il licenziamento per comportamento anti sindacale della Regione.
Tutto a posto? Non sembrerebbe proprio perché l’idea del presidente Crocetta è sempre la stessa: tutti a casa, un nuovo staff e soprattutto uno stipendio meno oneroso per le casse regionali. L’atto di reintegro sarebbe stato frutto di un’incomprensione tra burocrati. E, infatti, C’è chi sostiene che la burocrazia sia già al lavoro per predisporre un nuovo licenziamento e rispedire Messina a casa. Ma c’è anche chi, tra i colleghi di Messina licenziati, si lascia sfuggire la parola tradimento. Al netto del fatto che è legittima la difesa del posto di lavoro quando la battaglia legale – il cui primo esito non è stato certo positivo – si preannuncia incerta oltre che lunga, parlare di tradimento sembra eccessivo a meno che i componenti dell’ufficio stampa non avessero stretto tra di loro un patto di solidarietà “eterno”.
La vicenda è così inverosimile da prestarsi, comunque, a letture delle più varie. E solo il tempo svelerà l’esistenza o meno di piccoli giochi di palazzo. Il tempo e la prossima mossa di Crocetta che potrà nuovamente licenziare Messina per la seconda volta in meno di due mesi (neanche fosse Zamparini…) o riconsegnargli le chiavi dell’ufficio stampa. Alla faccia degli altri venti colleghi.

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