Sel perde pezzi in Sicilia: Palazzotto non piace più

di Redazione

» Politica » Sel perde pezzi in Sicilia: Palazzotto non piace più

Sel perde pezzi in Sicilia: Palazzotto non piace più

| venerdì 01 Febbraio 2013 - 17:27

palazzotto-erasmo

PALERMO, 1 FEBBRAIO 2013 – “Non voglio parlare della situazione interna al partito”, aveva detto a Si24 Francesco Forgione, capolista al Senato in Sicilia per Sel, nel corso di un incontro tra candidati al Centro La Torre di Palermo. Ma evidentemente qualcosa di cui parlare c’è. “Non sanno cos’è la democrazia”, attacca Francesco Cantafia, ex componente del coordinamento regionale del partito di Vendola.

“La pratica politica di ogni giorno – dice Cantafia – non è limpida in questo partito e ruota soltanto intorno a logiche personalistiche. Tutte le campagne elettorali affrontate fino a oggi avevano un solo scopo: far eleggere Erasmo Palazzotto da qualche parte, fosse Assemblea regionale o Camera dei deputati. Anche le primarie non sono state altro che una farsa”.

 

Erasmo Palazzotto (nella foto), coordinatore regionale del partito Sinistra ecologia e libertà e candidato per Montecitorio, dice di essere allibito e risponde: “Ma da che pulpito? Cantafia agisce così perché non ha potuto fare con Sel, quello che già in passato aveva provato a fare con la Cgil: costruire la propria personale carriera politica. È incredibile che continui ancora a comportarsi così. Forse alla sua età dovrebbe decidere di ritirarsi”.

 

Ma il malcontento all’interno del partito monta anche perché, dicono gli oppositori della corrente di Palazzotto, “il coordinatore e il suo “gruppetto” sono soltanto imitazioni di una vecchia e obsoleta politica”. “E tutti uomini tra l’altro”, si lamenta Maria Guagliardito, ex componente dell’assemblea regionale. “Tutte le decisioni – dice – vengono imposte dall’alto, senza minimamente considerare il ruolo delle donne, che da tempo sono impegnate su diversi fronti sociali”.

Palazzotto descrive “i dissidenti” come “uno sparuto gruppo di persone, che già dalle comunali di Palermo aveva aderito al progetto orlandiano di rottura del centro-sinistra e che oggi, se volessimo usare una metafora, potremmo dire che usano Rivoluzione civile di Ingroia come fosse una scialuppa di salvataggio per un ceto politico da riciclare”.

 

Nonostante le dichiarazioni dure e spietate, Francesco Cantafia non aveva lasciato però il partito, ma si era dimesso dai ruoli dirigenziali. “Sono rimasto – dice – perché sono stato tra i fondatori di Sel. Un progetto in cui ho creduto con tutto me stesso. Non pensavo che mi sarei ritrovato a lottare contro i giochetti di chi vuole solo costruire carriere politiche. Noi, ed eravamo in tanti a crederci, volevamo costruire una vera sinistra in Sicilia, una sinistra come quella intesa da Vendola”.

Ma il leader nazionale sembra lontanissimo, indifferente alle dinamiche interne che stanno riducendo il partito a un covo di litiganti. “All’inizio – dice Cantafia – pensavo fosse prudenza, poi ho capito che preferiscono un coordinatore assolutamente fedele, anche se poco democratico, piuttosto che uno bravo e in gamba, ma soltanto leale. Perché in politica c’è molta differenza tra fedeltà e lealtà”.

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820