PALERMO, 22 FEBBRAIO 2013 – Sulla pesca, del novellame e non solo, decidiamo noi. Suona più o meno così il comunicato della Regione siciliana, con cui il presidente Rosario Crocetta annuncia di voler “riadattare” il decreto con cui aveva autorizzato per un breve periodo la pesca della “neonata”.
Il braccio di ferro sulla pesca del novellame dura ormai da settimane, da quando cioè sia il ministero per le Politiche agricole, guidato da Mario Catania, sia l’Unione europea avevano bocciato l’iniziativa della Regione siciliana di autorizzarla per un periodo di tempo limitato e solo in alcune zone.
La Regione, al termine di un incontro che si è svolto oggi tra il presidente Rosario Crocetta e l’assessore alla Pesca Dario Cartabellotta, per esaminare i risultati del colloquio di ieri al ministero, ha voluto ricordare che “sulla base dell’art 14 dello Statuto, la Regione ha competenza esclusiva in materia di pesca” e che “pertanto il piano “nazionale” regionale della Sicilia può essere approvato solo dalla Regione siciliana, come per altro determinato dalla decisione del 20 aprile 1988 della Corte Costituzionale”. In quella sentenza la Consulta affermava che “spetta alla Regione Sicilia la pesca del novellame di sarda e di anguille nel proprio mare territoriale; conseguentemente annulla la circolare della Marina mercantile avente ad oggetto proprio il novellame di sarde e di anguilla”. Inoltre, prosegue la nota, “sul piano nazionale della pesca del 27 dicembre 2010 recepiva il piano regionale, tra l’altro perfettamente compatibile con la tutela dell’ambiente e le disposizioni comunitarie” e “Bruxelles non ha mai sollevato opposizione avverso al piano nazionale-regionale siciliano”.
