Elezioni politiche, la prima volta fu 65 anni fa. E successe un 48…

di Redazione

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Elezioni politiche, la prima volta fu 65 anni fa. E successe un 48…

| domenica 24 Febbraio 2013 - 11:18

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PALERMO, 24 FEBBRAIO 2013 – La prima tornata elettorale dell’Italia repubblicana fu nel 1948, a due anni dalle votazioni per la costituzione dell’Assemblea Costituente.

Il 18 aprile, in un clima che risentiva ancora delle polemiche post belliche e dalla divisione internazionale in due blocchi contrapposti, l’Italia si trovò a scegliere una strada netta e precisa, lontana dalla condivisione che aveva segnato i primi anni della ricostruzione. Furono talmente forti le polemiche e alta la tensione che da allora in Italia la metafora fare un 48 è metafora di disordine e confusione.
Stravinse la Democrazia Cristiana di Alcide de Gasperi che mise a frutto l’idea anticomunista fortemente presente in buona parte del Paese. Rispetto al risultato del 1946 la Dc ottenne 4 milioni e mezzo di voti in più e una percentuale superiore del 13%. Grazie al sistema elettorale, con il 48,50% dei voti si aggiudicò la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera: 305 deputati contro i 183 del Fronte Popolare che raggruppava comunisti e socialisti, fermi al 31%. Al Senato il responso delle urne non fu diverso -131 a 50 il conto degli eletti dei due blocchi principali- ma la legge prevedeva la proclamazione di diritto di 106 senatori perseguitati dal fascismo. Tale meccanismo corresse in positivo il dato delle forze progressiste. E fu questa una delle cause che convinse De Gasperi a ripudiare l’idea del monocolore (ne avrebbe avuto i numeri) a vantaggio di una coalizione comprendente anche il Partito Liberale, il Partito Repubblicano e il Partito Socialdemocratico. Nacque così la stagione del centrismo che ha caratterizzato per quasi mezzo secolo lo scenario politico italiano assieme ad altri fattori che rimasero immutati sino alla fine della Prima Repubblica: la centralità della Dc, l’esclusione dei comunisti da ogni forma di governo, la segnata divisione ideologica, la presenza di forti partiti di massa, il sistema proporzionale di voto, l’influenza della Chiesa.
Del ’48, purtroppo, non abbiamo ereditato la forte affluenza alle urne. Pensate che la sfida De Gasperi-Togliatti portò al voto il 92% degli aventi diritto, 26 e passa milioni di italiani sui 29 milioni previsti dalla legge a suffragio universale. Furono 36 i partiti presenti alla Camera e ci fu uno 0,04% di voti assegnati ad altre liste minori. Minori persino del Partito Esistenzialista, ultimo in graduatoria con appena 816 preferenze. Al di là delle liste civetta che facevano riferimento ai partiti tradizionali, si presentarono partiti come il Fronte antibolscevico, la Concentrazione Rurale, l’Associazione Dispersi di Guerra, I Combattenti Uniti, il Movimento Pax e Justitia.
In Sicilia la Dc ebbe un successo schiacciante, ma buoni risultati ottennero anche l’Unità Socialista, a Catania e Siracusa, e il Partito Monarchico con punte superiori al 6%. A Trapani e provincia spopolò il Partito Repubblicano con un 15% che moltiplicava per 6 la media nazionale. E ciò molti anni prima dell’era Gunnella…

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