“Papa Ratzinger? Un rivoluzionario”. La Chiesa vive il suo primo giorno dopo le dimissione del Santo Padre

di Redazione

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“Papa Ratzinger? Un rivoluzionario”. La Chiesa vive il suo primo giorno dopo le dimissione del Santo Padre

| giovedì 28 Febbraio 2013 - 20:53

papa

PALERMO, 1 MARZO 2013 – Non accadeva da secoli, sei per la precisione. Oggi il mondo, credente o no, si sveglierà senza un papa, pur non essendo il pontefice morto. Una situazione anomala quella che il mondo cattolico si trova ad affrontare con le dimissioni di papa Ratzinger. Ne abbiamo parlato con Alessandra Turrisi, giornalista che da Palermo collabora con il quotidiano “Avvenire”, il giornale fondato da Paolo VI che rappresenta la voce della Cei (la Conferenza Episcopale Italiana).

Per farci spiegare da lei come la comunità cattolica vive questo momento.

“Per il mondo cattolico è sicuramente una grande novità, nessun fedele avrebbe mai immaginato la Chiesa senza il papa pur con un pontefice vivente. Certo, il codice lo prevede ma nessuno avrebbe mai pensato si verificasse un’eventualità del genere. Invece papa Ratzinger, questo grande teologo, ha messo il mondo intero davanti ad una grande sfida”.

 

Come affrontano i fedeli questo momento?

“Con la preghiera. In tutte le diocesi, in tutte le parrocchie sono previste messe, celebrazioni, momenti di raccoglimento e preghiera per il vecchio e per il nuovo papa. Di fronte a questa decisione anche le persone più critiche nei confronti di papa Ratzinger, ritenuto un pontefice conservatore, si sono ricredute sulle sue grandi doti teologiche”.

 

La convivenza fra due pontefici è sicuramente una novità, come si attuerà?
“Nessuno può avere il sospetto di un “doppio papato”, l’onestà intellettuale di papa Ratzinger farà sì che la sua non sarà mai una presenza ingombrante come invece spesso è accaduto nelle diocesi quando i cardinali sono succeduti a personalità importanti. Palermo, ad esempio, ha vissuto con De Giorgi la successione ad un vescovo di peso come Pappalardo”.

 

È possibile oggi dare una spiegazione alla scelta di papa Ratzinger?
“Questo papa è stato la “ruota di scorta” di papa Giovanni Paolo II, almeno nell’ultimo anno di vita del pontefice. Nel periodo più difficile Giovanni Paolo II non si è mai voluto separare da Ratzinger, lo riteneva insostituibile e lui è diventato il baluardo della Chiesa. Ratzinger quindi sa bene cosa significa la Chiesa gestita in quel modo, sa cosa significa quando viene a mancare una guida forte. Le sue condizioni di salute oggi non gli permettono più di viaggiare, di essere in giro per il mondo dove è richiesta la sua presenza. I medici lo hanno invitato già tempo fa ad essere più prudente. E in questo momento che lui stesso ha definito “mari in tempesta”, da persona molto razionale qual è, ha scelto di lasciare per affidare la Chiesa ad una guida più forte”.

 

La decisione di Papa Ratzinger parla anche al mondo più laico…
“Certamente. In un mondo in cui non si dimette mai nessuno, quella del pontefice è una scelta rivoluzionaria. Quella del Papa è sempre stata una figura sacra e sacralizzata, lui, con la sua decisione, l’ha desacralizzata. Ed è un punto di non ritorno. Oggi non escluderei che questo possa portare, ad esempio, ad un mandato “a termine” anche per i prossimi papi”.

 

La comunità palermitana, in particolare, come sta vivendo questo momento con le dimissioni del papa e, in contemporanea, la scadenza del mandato dell’arcivescovo di Palermo, il cardinale Romeo?
“Come tutti i momenti di transizione, è difficile. C’è grande attesa, si avverte una ventata di novità e di rinnovamento. La maggior parte delle attenzioni sono concentrate sul papa e sull’elezione del prossimo pontefice. I fedeli sanno che comunque la successione di Romeo non è imminente, ci vorrà almeno un anno. Il prossimo papa lo avremo invece al massimo entro tre settimane”.

 

Cosa succederà adesso, quali scenari si possono prevedere?
“In tanti si augurano che il prossimo sia un papa extraeuropeo, che possa affrontare al meglio il dialogo interreligioso. Certamente non sarà un papa “di transizione” ma avrà una identità ben precisa, forte. E potrebbe essere un papa giovane, fisicamente forte. Adesso toccherà al Conclave che potrebbe svolgersi anche prima dei quindici giorni di vacatio previsti. Si deve considerare anche che non c’è un lutto da rispettare e che i cardinali non devono raggiungere Roma perché sono già tutti là. Penso che entro tre settimane avremo la fumata bianca”.

 

Cosa ti ha colpito durante l’addio al Vaticano di papa Ratzinger?
“Ieri, prima di lasciare la Santa Sede, papa Ratzinger ha salutato tutti i cardinali, si è soffermato con ciascuno di loro. Si è soffermato anche con monsignor Luis Tagle (arcivescovo di Manila, nelle Filippine, e fra i favoriti per il dopo Ratzinger, ndr) e dopo avere ha scambiato qualche parola sono scoppiati in una fragorosa risata. Tutti ci siamo chiesti cosa si fossero detti”.

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