Ester Bonafede: “Preferisco tagliarmi lo stipendio piuttosto che lasciare l’Orchestra Sinfonica”

di Redazione

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Ester Bonafede: “Preferisco tagliarmi lo stipendio piuttosto che lasciare l’Orchestra Sinfonica”

| venerdì 22 Marzo 2013 - 14:39

Ester Bonafede

PALERMO, 23 MARZO 2013 – C’è amarezza nella voce di Ester Bonafede, assessore al Lavoro nel governo di Rosario Crocetta, che da settimane è oggetto degli attacchi dell’opposizione per il suo contemporaneo incarico come Sovrintendente della Fondazione Orchestra sinfonica siciliana (Foss). “Sono pronta a fare un passo indietro, ma sono spaventata”, dice a voce bassa.

Ciò che la preoccupa è che il Teatro Politeama, all’interno del quale la Fondazione ha sede e in cui l’Orchestra svolge le proprie attività, possa tornare a essere gestito in maniera sbagliata, ricadendo nel baratro in cui lei lo trovò nel 2007, quando il Consiglio di amministrazione le affidò l’incarico di sovrintendente.

“Quando arrivai – racconta Ester Bonafede – il Teatro era in liquidazione e i debiti rischiavano di far crollare velocemente la situazione. È servito tutto il mio impegno e quello dei miei collaboratori, grandi sacrifici, per riportare l’Istituzione ai livelli di adesso. Nonostante il contributo regionale in questi anni si sia ridotto da 13 milioni a 9 milioni di euro, e sono sicura che sarà destinato a calare ulteriormente per via della crisi che ancora ci affligge, oggi l’Orchestra sinfonica siciliana si regge sulle proprie gambe. Il debito è stato ripagato per quasi il 90 per cento e il pubblico si è quintuplicato. Riceviamo ogni giorno segnali di apprezzamento per una realtà che i siciliani hanno imparato ad amare e a considerare parte del proprio patrimonio culturale”.

In questi giorni, alcuni deputati regionali dell’opposizione hanno denunciato il suo doppio incarico, affermando che si tratta di una situazione che genera un conflitto d’interessi e che in più costa alle casse della Regione circa 300 mila euro l’anno. “Se il problema è soltanto economico – dice l’assessore – sono pronta a trovare una soluzione: rinuncerò al mio stipendio in Fondazione. Si potrebbero reinvestire quei soldi nel Teatro“.

Ester Bonafede farà di tutto per non rinunciare al Teatro. “Ma nel ruolo in cui mi trovo adesso – dice – sento di poter fare veramente tanto, e per tutti i siciliani. Mi piace l’idea di poter mettere tutto l’impegno di cui sono capace per la mia terra, esattamente come in questi anni ho fatto per la Foss. È un sogno bellissimo pensare di poter consegnare alla Sicilia gli stessi risultati che ho raggiunto con la Fondazione. Non potrei mai lasciare la Giunta adesso”.

Il mandato dell’assessore al Lavoro alla Fondazione Orchestra sinfonica siciliana scadrà alla fine del prossimo novembre e le possibilità di una riconferma sono molte ma oggi, un terzo incarico, sembra soltanto un’ipotesi. Anzi, è possibile che Ester Bonafede debba dimettersi prima, per non prestare più il fianco a critiche aspre sul suo lavoro che si riflettono sul progetto complessivo della Giunta del presidente della Regione, Rosario Crocetta.

“Quello che più mi dispiace – continua Ester Bonfede – è che sono convinta che dietro questi attacchi non ci sono reali convinzioni che la mia situazione sia “scandalosa”. Tra chi mi accusa ci sono anche persone che mi conoscono bene, che sanno come lavoro. Penso, per esempio, a Salvino Caputo, che ha condiviso con me settimane di lavoro quando era sindaco di Monreale per l’organizzazione della Settimana di musica sacra. Non voglio credere che possa veramente mettere in dubbio le mie capacità di giudizio. È un uomo che ama il teatro e la cultura, sono certa che saprà valutare correttamente il mio operato. Ma immagino che dietro a tutte queste polemiche ci sia soltanto una questione politica: loro sono all’opposizione e usano me per colpire Crocetta”.

 

Ogni volta che pronuncia queste parole l’assessore Bonafede ha la voce strozzata. “Spero soltanto – conclude – che non usino ancora una volta il Teatro come luogo dove applicare logiche clientelari. Nei suoi primi anni l’Orchestra sinfonica non è stato altro che questo: un recipiente da riempire a piacimento. Poi, quando la botte è stata piena, la politica si è completamente disinteressata del Teatro. In questo prossimo futuro, si dovrà fare un grosso lavoro per cercare sponsor privati, investitori pronti a credere in un patrimonio importantissimo per la città di Palermo e per la Sicilia intera. Così come già accade per altre grandi realtà teatrali come la Scala di Milano o il San Carlo di Napoli. Senza voler apparire presuntuosa, mi auguro che se ci sarà qualcun altro dopo di me, sappia procedere virtuosamente su questa strada, con la stessa dedizione con cui l’ho fatto io in questi cinque anni”.

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