Formazione, minacce al governo: Crocetta denuncia il sindacalista Tessitore, poi assolto

di Redazione

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Formazione, minacce al governo: Crocetta denuncia il sindacalista Tessitore, poi assolto

| sabato 23 Marzo 2013 - 17:07

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PALERMO, 23 MARZO 2013 – Il Presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, ha presentato oggi una denuncia nei confronti di un dirigente sindacale che ha espresso pesanti minacce nei confronti dello stesso Presidente, dell’assessore Nelli Scilabra e del Direttore generale Anna Rosa Corsello.

 

Nessuna indicazione sul nome del sindacalista denunciato, dallo staff del Presidente non trapela nulla. Le minacce seguirebbero l’avvio, da parte del governo regionale, delle procedure per il ritiro dell’accreditamento a 43 enti di formazione in Sicilia. 

Crocetta rivela che le parole usate dal sindacalista sono state testualmente “non vi rendete conto della linea che avete preso – riferendosi all’assessore Scilabra e al dirigente generale Corsello – io stesso pagherò la benzina per darvi fuoco e al Presidente Crocetta non basteranno neppure cento uomini di scorta per salvarlo“.

Il governatore oltre a denunciare “la gravità delle minacce che sicuramente che non intaccano la riforma del settore della formazione”, ha sottolineato come sia “veramente incomprensibile che un sindacalista adotti un tale linguaggio, soprattutto quando da parte della regione è stato garantito che tutti i lavoratori verranno tutelati”.

È il segretario regionale della Cisl, Maurizio Bernava, a svelare, poi, l’identità del sindacalista denunciato da Crocetta: è Giorgio Tessitore, segretario del sindacato con delega a formazione professionale e mercato del lavoro. 

Tessitore andrà lunedì in Procura e, con una memoria, ricostruirà l’accaduto, chiamando a testimoniare la stessa Corsello: le frasi ritenute minacciose sarebbero state pronunciate proprio nel corso di una conversazione telefonica fra Tessitore e la Corsello. 

Nel 2016 la II Sezione Penale del Tribunale di Palermo ha assolto Giorgio Tessitore perchè, si legge nel dispositivo, “il fatto non costituisce reato”.

—LA SENTENZA DI ASSOLUZIONE—

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