Ingroia si prepara alla “riscossa civile”. Ma sulla sua nomina è pioggia di polemiche

di Redazione

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Ingroia si prepara alla “riscossa civile”. Ma sulla sua nomina è pioggia di polemiche

| martedì 09 Aprile 2013 - 15:15

Antonio Ingroia

PALERMO, 9 APRILE 2013 – A poco più di ventiquattr’ore dalla nomina di Antonio Ingroia al vertice di Riscossione Sicilia spa, si accumulano le dichiarazioni di chi trova illegittimo il suo posizionamento al vertice della società che riscuote i tributi nella Regione. Ma lui non ci sta e spiega: “Ad Aosta sarei stato meglio pagato e più comodo”.

 

“L’hanno preso – dice l’ex magistrato della Procura della Repubblica di Palermo, oggi leader del partito “Rivoluzione civile” – come un accordo all’interno della casta. Come un incarico di privilegio per salvarmi da Aosta, quello sì, un mandato più comodo e meglio remunerato. Invece credo che ci sia molto più da lavorare alla riscossione dei debiti della Sicilia, per uno che ha la mia esperienza, che come giudice in sovrannumero ad Aosta”.

 

Secondo Ingroia, il governatore Crocetta avrebbe scelto un consiglio d’amministrazione in chiave antimafia perché dalla Regione sono partiti dei segnali di attenzione verso il pericolo di altre infiltrazioni mafiose: “Il presidente, recentemente, ha evidenziato varie opacità e scarsa trasparenza, strane relazioni e rapporti con studi professionali. E un buco di bilancio della società – spiega il leader di “Rivoluzione civile” – a fronte di consulenze pagate con milioni di euro. Tanto da aver presentato già delle denunce alla Procura di Palermo. Si tratta, d’altronde, della società che ha costituito per decenni uno snodo fondamentale del sistema economico politico mafioso. Non a caso saldamente in mano ai cugini Salvo, che all’epoca avevano ottenuto una concessione a vita dalla Regione e una società privata per la gestione della riscossione. Oggi la società non è più privata ma ad intera partecipazione pubblica e soprattutto è tornata in mano alla Regione”.

 

Ingroia ha anche detto che il suo compenso sarà meno della metà di uno stipendio da magistrato e giudica divertenti le prese in giro sul web: “Niente male la battuta da Rivoluzione civile a Riscossione civile. Anche se io farei un’ulteriore declinazione: da riscossione civile a riscossa civile”.

 

Ma dal momento della nomina dell’ex procuratore a capo di Riscossione Sicilia spa, per cui si aspetta il nulla osta del Consiglio superiore della magistratura, si sono susseguite le reazioni di chi giudica l’assegnazione illegittima.

 

“Antonio Ingroia – afferma il Codacons, che annuncia una diffida al Csm affinché non venga rilasciato il relativo nulla osta – non può essere nominato a capo della società Riscossione Sicilia Spa, avendo esercitato per anni il ruolo di magistrato proprio in Sicilia. Nonostante il fine pubblico della nomina l’incompatibilità è evidente: come può un magistrato che fino a ieri ha indagato in Sicilia, assumere il compito di far pagare le tasse proprio nella regione in cui ha operato e ha acquisto informazioni nell’ambito delle sue funzioni?”.

 

“Non occorrono magistrati a capo della Riscossione – dice Angelo Di Girolamo, presidente della Confederazione sindacale “La nuova tutela del cittadino” di Marsala – occorre semplicemente un solo atto di coraggio: un condono fiscale per le imprese e per tutti i siciliani. Con la nomina di Ingroia in qualche maniera si sta tentando di tarpare le ali a tutte quelle associazioni, ai quei movimenti, a tutti i vessati siciliani, che in qualche maniera iniziano a ribellarsi in maniera civile a questo sistema”.

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