Ingroia “schiaffeggiato” nei titoli dei quotidiani. Terminelli lo difende: “Non deve essere isolato”

di Redazione

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Ingroia “schiaffeggiato” nei titoli dei quotidiani. Terminelli lo difende: “Non deve essere isolato”

| giovedì 11 Aprile 2013 - 09:12

Ninni Terminelli

PALERMO, 11 APRILE 2013 – Antonio Ingroia oggi è la star dei quotidiani, nel bene o nel male. A lui sono dedicati moltissimi titoli: schiaffo, gelo, veto, sono solo alcune delle espressioni utilizzate per raccontare il suo conflitto col Csm

 

Dalla clamorosa sconfitta delle elezioni nazionali, Antonio Ingroia è rimasto praticamente in un limbo, diviso tra la politica e la giustizia, con la toga appesa al chiodo ma non ancora riposta nella naftalina.

 

La possibilità di trovare una collocazione in Sicilia, dopo la destinazione ad Aosta del Csm, è stata offerta al leader di “Rivoluzione civile” dal governatore Rosario Crocetta ma dopo lo stop del Csm l’unica possibilità sono le dimissioni dalla magistratura.

 

“Ingroia non può lavorare con Crocetta” (la Repubblica); “Ingroia “esattore” in Sicilia, no del Csm” (Corriere della sera); “Schiaffo del Csm a Ingroia: gli tocca tornare a lavorare” (Il Giornale); “Il Csm gela Ingroia” (Il Tempo); “Ingroia, il Csm colpisce ancora: no al ritorno in Sicilia” (Il fatto quotidiano).

 

I titoli dei quotidiani di oggi restituiscono l’impressione di una sconfitta, di un giudizio generalizzato e condiviso dell’opinione pubblica sulla figura dell’ex procuratore palermitano.

 

Ma Ninni Terminelli, ex esponente del Partito democratico, oggi a capo del Movimento “Prospettiva politica”, ricorda, attraverso il proprio profilo sul social network Facebook che bisogna procedere con prudenza quando si sta distruggendo, volontariamente o involontariamente, l’immagine di un magistrato che è stato per anni in guerra con Cosa nostra.

 

“Non ho votato Ingroia e non ho condiviso le sue scelte politiche – scrive Terminelli – ma a parte la correttezza delle norme e i cavilli procedurali applicati, non si dimentichi che gli uomini che hanno combattuto la mafia in prima linea non vanno mai isolati”.

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