Pd, la crisi e la nostalgia dei congressi. Cracolici e Gucciardi: “Prima le idee”

di Redazione

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Pd, la crisi e la nostalgia dei congressi. Cracolici e Gucciardi: “Prima le idee”

| domenica 21 Aprile 2013 - 18:22

Il Pd in Sicilia

PALERMO, 21 APRILE 2013 – C’era una volta la bella stagione dei congressi. Potrebbe iniziare così la favola triste del Pd, il partito che da una settimana vive una lenta e dolorosa agonia. “Una volta – dice Baldo Gucciardi, capogruppo del Partito democratico all’Ars – c’erano le idee politiche, poi venivano gli uomini e le donne capaci di interpretarle. Oggi va tutto al contrario”.

 

Un meccanismo “insano” che si aggrava ad ogni consultazione della base tramite lo strumento delle primarie. “Non si può chiedere periodicamente ai militanti e agli elettori di dividersi – dice Antonello Cracolici, parlamentare regionale – perché è ovvio che anche quando dalle urne esce un vincitore, le divisioni rimangono, rimangono tossine e cicatrici”.

 

Ma il Pd è il partito delle primarie. È il partito che per primo ha modificato il proprio statuto in questa direzione. Non può adesso delegittimarle. “Non sto dicendo che le primarie non si debbano fare – prosegue Cracolici – ma che non dovrebbero essere così frequenti e dovrebbero, comunque, essere precedute da una intensa costruzione di un’unità d’intenti, di una linea politica chiara, di un programma. Non ognuno il suo programma, con il rischio che si continui a rivaleggiare dentro e fuori il partito, ma un programma condiviso”.

 

Prima le idee e poi gli interpreti“, afferma Gucciardi. “Dovremmo smettere di basare tutto il nostro agire politico – continua – sui “cinguettii” di Twitter, sui post di Facebook, sulle reazioni a caldo e di fegato a quello che l’opinione pubblica diffonde tramite i social network. Dobbiamo tornare al pensiero complesso. Alla riflessione approfondita. Come si faceva un tempo nei congressi”.

 

E probabilmente proprio di un congresso avrà bisogno il Partito democratico nei prossimi mesi. Forse settimane. “C’è un forte disagio – confessa Cracolici – che non è soltanto quello di cui tutti stanno parlando in questi giorni a proposito di Roma, ma è una situazione che già da mesi viviamo in Sicilia. Si è consumata una vera e propria tragedia questa settimana in Parlamento, ma anche le tensioni che si avvertono a livello locale non sono da sottovalutare“.

 

Qual è in questo istante la linea politica del Pd?“, si chiede Baldo Gucciardi. E si vorrebbe rispondere che se non lo sa lui allora non sappiamo veramente chi potrebbe saperlo. “Non è che non lo sappiamo – spiega – non lo sappiamo globalmente. Un nostro elettore, per esempio, non saprebbe rispondere a questa domanda”.

 

Ma il problema sta veramente tutto in un programma? Come si spiega allora il fenomeno Renzi? “Renzi è il prodotto della logica delle primarie – risponde Cracolici – è figlio del personalismo, della politica dell’Io”. “È il risultato di ciò che accade – aggiunge Gucciardi – quando viene meno il principio della maggioranza che regola la democrazia, anche all’interno dei gruppi sociali, come i partiti”.

 

Ma che via d’uscita esiste, allora, per il Partito democratico? “Fermarsi a riflettere. Ricostruire. Rifondare”, dice Gucciardi. E Antonello Cracolici indica alcune direzioni da seguire: “Dobbiamo fare in modo che la nostra linea politica non sia tutta basata sull’antiberlusconismo. Perché la gente ci ha dimostrato che non basta. Dobbiamo produrre una cultura politica, fatta di uomini, nodi, idee, telepatia, empatia. Pur consci del fatto che a volte bisogna andare anche contro il giudizio generalizzato dell’opinione pubblica, seguendo una prospettiva più ampia, che vada oltre. Altrimenti si diventa come il Movimento 5 Stelle“.

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