Palermo, l’Amia, l’emergenza rifiuti: Orlando fra passato e futuro

di Redazione

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Palermo, l’Amia, l’emergenza rifiuti: Orlando fra passato e futuro

| mercoledì 24 Aprile 2013 - 19:22

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PALERMO, 25 APRILE 2013 – La prima battaglia da vincere, adesso, è quella contro le tonnellate di rifiuti accatastate per le vie della città e per ridare dignità al lavoro di 2250 dipendenti spesso additati come corresponsabili del disastro invece che come prime vittime. Ma quella del sindaco Leoluca Orlando sul fronte Amia è una guerra iniziata il 26 maggio 2012, un giorno dopo l’insediamento della sua Giunta.

 

 

Per la guerra ai rifiuti gli uomini dell’azienda dichiarata fallita lavoreranno anche oggi, giorno festivo, mentre i curatori fallimentari hanno noleggiato due pale meccaniche e due autocompattatori che già stamattina rafforzeranno gli interventi in città.

 

Ma Orlando vuole soprattutto fare luce fino in fondo sulle responsabilità e dimostrare che la sua Amministrazione può far tornare Palermo pulita.

In una città che molti anni fa ha visto gli autocompattatori scortati dalle volanti il compito non è fra i più semplici ma Orlando ci tiene a ricordare che lui c’era già riuscito una volta: “Nel 2000, con l’ultimo bilancio di cui mi ritengo responsabile – ha detto – l’Amia aveva un utile annuo di 6.722.000 euro ed un patrimonio attivo di oltre 45 milioni di euro. Nel 2009, con l’ultimo bilancio di cui è stato responsabile il Sindaco Cammarata, l’Amia aveva una perdita annua di 181.314.361 ed un patrimonio negativo di circa 45 milioni di euro. Oggi, dopo tre anni di gestione commissariale con Commissari pagati a 500 euro al giorno, le perdite annue sono di circa 30 milioni”.

 

Eccoli, i colpevoli secondo il sindaco che dalla data del suo insediamento ha alternato denunce e allarmi al Governo nazionale e alla Procura della Repubblica. Va dai magistrati il 14 febbraio di quest’anno, quando i Commissari bloccano gli stipendi, ci va per Bellolampo più volte: prima il percolato, poi l’incendio, poi di nuovo il percolato. Torna i Procura in questi giorni.

“La verità – racconta Orlando – è che nonostante il Comune abbia confermato la disponibilità del 49% delle azioni Amg, di un edificio storico del centro cittadino e dei crediti vantati verso gli Ato 1 e 4, l’affidabilità gestionale dell’azienda è ormai in crisi, dopo un decennio di gestione ordinaria, oggi al vaglio della Magistratura, e di gestione straordinaria che non ha prodotto un solo atto volto a ridurre il deficit e risanare i conti. Il caso dell’Amia è di gravità eccezionale, frutto di una scandalosa casta che ha distrutto una grande azienda e messo in ginocchio la città. Ho lasciato un’azienda ricca (6 milioni di utili nel 2000 e un tesoretto investito in Titoli di Stato) e ho trovato un’azienda saccheggiata da amministratori barbari che dovrebbero solo vergognarsi”.

“Da mesi, dal giorno dopo l’insediamento della nuova Amministrazione, non abbiamo fatto altro che denunciare a tutte le autorità competenti e alla città la disastrosa situazione dell’Amia. Da agosto – prosegue Orlando – ho richiamato l’attenzione del Governo nazionale, che è titolare della nomina dei Commissari, su questa situazione. Quando sull’argomento mi sono incontrato con il Ministro Catricalà non ho potuto che ricordargli che le responsabilità dell’attuale situazione sono al Ministero dello Sviluppo Economico. Di fronte alla mancanza di risposte del Governo nazionale – ha ricordato ancora il Sindaco – il 14 febbraio mi sono rivolto alla Procura della Repubblica”.

 

E Orlando in questi giorni ha chiamato a correo un po’ tutti, cittadini compresi: “Dove era l’indignazione della città quando, inascoltati, abbiamo denunciato tutto questo? Oggi noi siamo pronti a riprendere in mano la situazione, a garantire i servizi alla città ed avviare il dialogo con i sindacati, anche con quelli che non hanno mai detto una sola parola contro i Commissari e la loro gestione”.

 

Adesso la Regione ha firmato la delibera, il Governo il decreto legge sull’emergenza. I Commissari sono usciti di scena. Signor Sindaco, a lei la ramazza.

 

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