Il presidente del Senato Grasso chiama l’Amia

di Redazione

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Il presidente del Senato Grasso chiama l’Amia

| sabato 27 Aprile 2013 - 13:17

Piero Grasso

PALERMO, 27 APRILE 2013 – Palermo è una città che combatte una guerra contro i rifiuti. Sola. Come ha fatto notare Mario Serio, curatore fallimentare dell’Amia, chiedendo un impegno delle Istituzioni. Un impegno, o almeno un segnale di solidarietà. E così, il presidente del Senato, il palermitano Pietro Grasso, ha alzato il telefono e ha chiamato. 

 

“Si è informato su come ci stiamo organizzando per ripulire la città – ha raccontato Serio – e quale strategia si sta mettendo in campo per liberare le strade dalle duemila tonnellate ancora non raccolte. Mi ha garantito un suo impegno per dare soluzione all’emergenza”.

 

“Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti – prosegue il commissario – se ciascuno non fa la sua parte non ne usciamo. Ho incontrato il sindaco e ho parlato con il nuovo commissario regionale per l’emergenza Marco Lupo, il quale mi ha detto che sta verificando se il decreto del Consiglio dei ministri che proroga l’emergenza a Palermo assegni fondi anche per smaltire l’immondizia non ancora raccolta, oltre che per la discarica di Bellolampo”.

 

Intanto, la giunta comunale ha approvato la presa d’atto del fallimento di Amia, l’azienda di igiene ambientale del Comune di Palermo, e della nomina della curatela fallimentare, dando mandato al sindaco di “porre in essere ogni azione necessaria” per l’applicazione della recente legge regionale che affida ai Comuni la gestione dei servizi di raccolta.

 

“La precedente amministrazione comunale – afferma Leoluca Orlando – dopo aver saccheggiato le casse dell’Amia è fuggita dalle proprie responsabilità, ben felice che a gestire lo stato di coma dell’azienda fossero dei commissari nominati dal governo nazionale che non hanno fatto nulla per risanarla. Con la recente legge regionale non ci sono più ostacoli perché siano svolti dal Comune tutti i servizi di igiene ambientale che erano svolti da Amia e Amia Essemme”.

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