Laura Boldrini a Portella della Ginestra: “Ritrovare la dignità del lavoro”

di Redazione

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Laura Boldrini a Portella della Ginestra: “Ritrovare la dignità del lavoro”

| mercoledì 01 Maggio 2013 - 09:52

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PALERMO, 1 MAGGIO 2013 – Il presidente della Camera, Laura Boldrini, celebra il primo maggio fra Portella della Ginestra e Palermo dove visita prima Palazzo delle Aquile e poi Palazzo d’Orleans ricevuta dal sindaco, Leoluca Orlando, e dal Governatore, Rosario Crocetta.

Ma la tappa più significativa è quella di Portella dove Boldrini parla innanzi tutto di mafia: “Distinguere tra mafia buona e mafia cattiva è un ragionamento assolutamente sterile. Questa differenza non esiste, e non è mai esistita – sottolinea il presidente della Camera -. La mafia antica, quella del codice d’onore é la stessa di quella di oggi: sempre pronta ad accanirsi contro i lavoratori, contro il cambiamento e contro le riforme”.

 

Poi fa un chiaro cenno alla tragica sparatoria davanti Palazzo Chigi: “L’emergenza lavoro può far si che la vittima diventi carnefice, come purtroppo é successo nei giorni scorsi davanti a Palazzo Chigi”. E chiede al Governo Letta “risposte tempestive all’emergenza delle emergenze. Una situazione in cui gli adulti perdono il lavoro, i giovani perdono la speranza di trovarlo. La disperazione si diffonde e prende troppe volte la forma della violenza”. Per Boldrini “questo primo maggio è la festa per la dignità che il lavoro deve ancora vedersi riconoscere”.

Infine torna sulla strage di Portella: “In un Paese democratico non è accettabile che ci siano ancora troppe ombre e troppi silenzi su stragi come quelli di Portella della Ginestra” ha detto dopo avere deposto una corona di fiori al Sasso di Barbato, luogo della strage del primo maggio ’47 dove furono uccisi dalla banda Giuliano numerosi braccianti. “Bisogna togliere – ha detto – ogni velo e ogni segreto sulla lunga catena di stragi che ha insanguinato la vita della Repubblica. Senza un pieno accertamento della verità – ha concluso – non è possibile riconoscersi in un terreno di valori e di memoria condivisa”.

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