Ragusa, fermato un bracconiere: aveva catturato un cardellino

di Redazione

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Ragusa, fermato un bracconiere: aveva catturato un cardellino

| lunedì 13 Maggio 2013 - 12:17

carabinieri cardellino

RAGUSA, 13 MAGGIO 2013 – Aveva appena catturato un cardellino, specie di cui è vietata la detenzione e la caccia. Un cacciatore di frodo, N. N. algerino di 35 anni, è stato fermato ieri pomeriggio dai Carabinieri nella zona vicino al fiume Irminio a Ragusa.

 

I militari stavano controllando le zone più isolate e periferiche, in aperta campagna, dove spesso si appartano gli spacciatori di stupefacenti, quando hanno notato lo straniero fermo in attesa tra un campo coltivato e un’area boschiva. I carabinieri si sono avvicinati di soppiatto e lo hanno bloccato ma, anziché trovarlo in possesso di droga, lo hanno sorpreso con una gabbia contenente un uccellino.

 

Il volatile è stato riconosciuto appartenere alla specie Carduelis Carduelis, ovvero un cardellino, volatile di cui è vietata la cattura e la detenzione. Per le sue qualità canore il volatile è apprezzato dagli appassionati del genere che possono arrivare a spendere cifre folli per averne uno.

 

Negli alberi vicini alla gabbietta i militari hanno trovato rami d’ulivo intrisi di colla che serviva ad attaccare le zampette degli uccellini appena si fossero appoggiati.

L’uomo, l’uccello e le trappole sono stati portati in caserma. Poco dopo, informato il pubblico ministero, l’uccellino è stato rimesso in libertà, nella speranza che possa non aver subito un trauma eccessivo da quanto accadutogli.

 

Il bracconiere, che lavora come bracciante agricolo presso un’azienda limitrofa, è stato deferito all’autorità giudiziaria per aver commesso reati che vanno dalla ricettazione al tentato furto aggravato, passando da diverse violazioni del testo unico sulla protezione della fauna e sulla caccia. I materiali utilizzati per l’uccellagione sono stati sequestrati.

 

Nelle provincia il fenomeno del commercio clandestino di uccelli pregiati è in forte ascesa, probabilmente grazie alla vasta campagna e alla presenza della riserva naturale della foce del fiume Irminio, dove i piccoli animali sono liberi di permanere e riprodursi senza il rischio di finire in gabbia.

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