Rinvio a giudizio per il dirigente regionale Anna Rosa Corsello: l’accusa è di peculato. Lei replica: “Sono serena, la verità verrà a galla”

di Redazione

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Rinvio a giudizio per il dirigente regionale Anna Rosa Corsello: l’accusa è di peculato. Lei replica: “Sono serena, la verità verrà a galla”

| martedì 04 Giugno 2013 - 17:53

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PALERMO, 4 GIUGNO 2013 – Rinvio a giudizio per la dirigente regionale del dipartimento Formazione e Lavoro, Anna Rosa Corsello. Il provvedimento è stato deciso dal gip Guglielmo Nicastro.

 

L’accusa è di peculato e nasce da un’indagine della Procura avviata dopo una lettera anonima, il cui contenuto è stato riscontrato dai procuratori Leonardo Agueci e Sergio Demontis. Secondo l’accusa, il funzionario avrebbe utilizzato l’auto di servizio dal 2004 al 2011 per 568 viaggi tra casa sua, Cefalù e Palermo. Il costo del pedaggio sarebbe stato addebitato sul telepass della Regione.

 

“Le accuse, infondate – commenta Corsello – risalgono agli anni in cui sono stata dirigente dell’Ufficio provinciale per il lavoro, che aveva sette sedi nella provincia di Palermo, tra cui una a Cefalù. Almeno un paio di volte a settimana, quindi, mi spostavo per motivi di lavoro, passando ovviamente anche dal casello autostradale. Il secondo arco di tempo coinvolto nelle indagini della magistratura riguarda, invece, il periodo in cui sono stata all’Ispettorato regionale per il lavoro, che ha sedi in tutto il territorio siciliano, per cui, periodicamente, dovevo spostarmi anche nelle province orientali”.

 

Insomma, il dirigente Corsello dice di essere “serena e certa che la verità verrà a galla nel corso del dibattimento, perchè l’auto di servizio è stata utilizzata sempre ed esclusivamente per ragioni di lavoro, non per fare la spesa, lo shopping o le vacanze”.

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