Palermo, arriva il registro delle coppie di fatto. Ma è polemica nel Pd. VIDEO

di Redazione

» Cronaca » Palermo, arriva il registro delle coppie di fatto. Ma è polemica nel Pd. VIDEO

Palermo, arriva il registro delle coppie di fatto. Ma è polemica nel Pd. VIDEO

| martedì 11 Giugno 2013 - 19:10

coppie-di-fatto-registro-palermo-gay-pride

PALERMO, 11 GIUGNO 2013 – Nasce anche a Palermo il registro delle Unioni civili. Il via libera arriva a larghissima maggioranza dal consiglio comunale riunito a Sala delle Lapidi.

 

Al registro potranno iscriversi tutte le coppie di fatto, eterosessuali e omosessuali, cittadini italiani e stranieri. Il regolamento approvato prevede l’equiparazione di queste coppie a quelle sposate in materia di “casa, sanità e servizi sociali, politiche per giovani, genitori e anziani, sport e tempo libero, formazione, scuola e servizi educativi, diritti e partecipazione, trasporti”. Benefici che saranno applicati anche dopo la morte di uno dei due conviventi.

 

“L’approvazione della delibera che istituisce il Registro delle unioni civili – dice il sindaco Leoluca Orlando che ha a lungo trattato per l’approvazione del regolamento – è un atto di civiltà, una scelta che porta Palermo fra le grandi città che hanno strumenti per tutelare i diritti di tutti i cittadini e di tutte le cittadine. Stasera abbiamo creato un’altra bella tessera del mosaico di Palermo, un mosaico splendido perché ricco di tessere con diversi colori”.

 

L’approvazione de registro avviene a pochi giorni dal Gay pride nazionale le cui manifestazioni si terranno a Palermo dal 14 al 23 giugno. “Cogliamo l’occasione in questa giornata che segna un avanzamento dei diritti civili nella nostra città – affermano Antonio Marotta e Davide Ficarra segretario regionale e provinciale di Rifondazione Comunista – per dare la piena adesione ed il sostegno di Rifondazione Comunista al pride nazionale ed alla lotta della comunità LGBTQ”.

 

“Palermo si sta rapidamente affermando come capitale europea dei diritti, e – sottolinea Titti de Simone, coordinatrice del Palermo pride -anche grazie al Palermo pride e a simili atti amministrativi è pronta ad essere anche capitale europea della cultura nel 2019″.


Carlo Verri, consulente del Comune per le politiche LGBT che ha contribuito alla redazione del regolamento sottolinea che “non è solo un atto simbolico, ma un atto politico che impegna il Comune ad estendere la fruizione di serivi che sono di sua competenza a tutti i nuclei familiari a prescindere dalla loro composizione. È bene che questa delibera sia stata approvata a ridosso del pride nazionale per dargli maggiore visibilità. Tra le 5 grandi città italiane, Palermo è la quarta a dotarsi di uno strumento come quello delle unioni civili: manca solo Roma, e spero che il nuovo sindaco Marino al più presto si impegni, per fare in modo che tutte e 5 le città di dotino di questo strumento. Speriamo anche che questo atto serva anche da stimolo al Parlamento perché legiferi sui diritti delle persone LGBT”.

 

Ma sull‘approvazione del registro, c’è la polemica interna al Pd. “Sono felice dell’approvazione della delibera – dice il deputato regionale Fabrizio Ferrandelli – che istituisce anche a Palermo, dopo Firenze, Torino, Milano, Bari e Napoli il registro delle unioni civili. Garantire alle coppie di fatto gli stessi servizi garantiti finora alle coppie sposate è un gesto di civiltà. Giudico, invece, poco seria la clamorosa assenza di ieri sera a Sala delle Lapidi dei consiglieri del Partito Democratico”. 

 

 

 

Ferrandelli ricorda che a novembre del 2011 aveva presentato “a Sala delle Lapidi, insieme a Ninni Terminelli, Antonella Monastra e a tanti altri colleghi la mozione per l’istituzione del registro delle unioni civili. Un atto che il Consiglio comunale approvò con 19 voti favorevoli e 3 no”.

 

“Sono contento – aggiunge Ferrandelli – che i semi germoglino negli anni e fiero del gruppo Ora Palermo e dei consiglieri Fabrizio Ferrara e Antonella Monastra. Puntare diritto ai diritti è la scommessa della nuova politica. Per niente responsabile, invece, l’atteggiamento del Pd. È la prova provata che c’è ancora tanta strada da fare per affermare all’interno del Partito Democratico l’importanza di politiche che sono semplicemente gesti di civiltà; garantire l’iscrizione dei bambini al nido, l’inserimento nella graduatoria emergenza abitativa, fino all’integrazione all’affitto e alle attività assistenziali anche a chi non è sposato sono idee e valori che dovrebbero essere la carta di identità di un partito moderno che si batte affinché le diversità non si trasformino mai in diseguaglianze”.

 

“I segnali che arrivano da Palermo sono poco comprensibili, il Pd non partecipa alla votazione per l’istituzione del registro delle unioni civili e lascia che questo venga approvato anche con l’appoggio di Pdl e Udc. Nella città che quest’anno sarà sede del Pride nazionale potevamo segnare un passo più deciso verso l’approvazione dei diritti e essere partecipi di questo atto di civiltà”, rincarano la dose i deputati del Partito democratico Davide Faraone e Ivan Scalfarotto.

 

“L’assenza del PD a Sala delle Lapidi durante il voto per l’istituzione del registro delle unioni civili non è stata determinata da una scelta politica ma da esigenze contingenti “. Replica Teresa Piccione, capogruppo del consiglio comunale del Pd. “Ho fatto presente infatti nelle sedi opportune -continua la Piccione- che io non avrei potuto essere presente perché impegnata in votazioni di aula a Roma e che i consiglieri Filoramo e Di Pisa non erano presenti per impegni personali. Ogni polemica sull’argomento pertanto è solo pretestuosa”.

 

“Il Pd di Palermo si è sempre battuto per le pari opportunità e per i diritti civili, proprio sull’istituzione del Registro delle unioni civili in questi anni abbiamo portato avanti battaglie importanti. L’assenza dei consiglieri comunali PD al momento del voto a Sala delle Lapidi, dunque, non può avere un valore politico. Resta però un problema pratico: a Palermo abbiamo solo tre consiglieri e uno di loro, Teresa Piccione, è stata eletta deputato nazionale ma continua a mantenere il doppio incarico, sottraendo inevitabilmente tempo ed energie al lavoro che il Partito deve portare avanti al Comune”, precisa Fabio Teresi, presidente Pd della Quinta Circoscrizione.

 

Di “segnale importante” parla Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia, che annuncia la partecipazione del suo sindacato al Gay Pride di Palermo.

 

Ma l’Mpa annuncia un referendum: “Nei prossimi giorni inizieremo una raccolta di firme per indire un referendum che chieda l’abrogazione della delibera del Consiglio Comunale”, dice Angelo Figuccia, capogruppo dell’Mpa a Sala delle Lapidi.

 

 

 

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820