“Non si dimette nessuno dal Pdl?”. La rabbia del siracusano Vinciullo contro i vertici del partito

di Redazione

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“Non si dimette nessuno dal Pdl?”. La rabbia del siracusano Vinciullo contro i vertici del partito

| martedì 11 Giugno 2013 - 14:34

pdl commenta elezioni amministrative 2013 a siracusa

PALERMO, 11 GIUGNO 2013 – Una débacle, quella del Pdl, che ha lasciato il partito senza parole. Una sconfitta così non se l’aspettavano. Non hanno vinto a Catania; sono stati sconfitti da un militante pacifista in una loro roccaforte come Messina; sono dietro ai grillini a Ragusa; non raggiungono il secondo posto a Siracusa.

 

Proprio nel capoluogo aretuseo una recente polemica sulla scelta del candidato da sostenere aveva spaccato il fronte del Popolo della libertà, portando all’espulsione coatta del parlamentare regionale, Vincenzo Vinciullo. Che all’indomani delle elezioni amministrative domanda, ironico: “Non si dimette nessuno nel partito?”.

 

“Stamattina – prosegue Vinciullo – come prima cosa, mi sarei aspettato le dimissioni del coordinatore del Pdl di Siracusa, Angelo Bellucci, e del suo vice, Bruno Alicata. Dopo una sconfitta così evidente il minimo è prenderne atto. Quanto ai coordinatori regionali, Dore Misuraca e Giuseppe Castiglione, dovrebbero rendersi conto che la conservazione della specie sta distruggendo il partito”.

 

Vinciullo è riuscito a portare al ballottaggio a Siracusa il suo candidato Ezechia Paolo Reale, sostenuto da liste civiche, mentre il candidato del Pdl, Edy Bandiera, è arrivato soltanto terzo. Proprio questa divisione sul candidato da sostenere aveva portato all’espulsione del deputato dell’Ars, che aveva indicato in Stefania Prestigiacomo, siracusana, il mandante politico del provvedimento.

 

L’ex ministro per l’Ambiente ha fatto una sua analisi del voto e ha ammesso che “la litigiosità all’interno del nostro schieramento e una eredità insoddisfacente e pesante della passata amministrazione” hanno influito sull’esito delle elezioni. “Il centrodestra – ha aggiunto l’ex ministro del Governo Berlusconi – si è diviso in molte liste e molti candidati. Gli elettori hanno privilegiato le formazioni ‘civiche’, nell’ambito di una disaffezione diffusa verso i partiti tradizionali, che ne hanno pagato le conseguenze in termini di consensi di lista”.

 

Quello che è mancato per Francesco Cascio, ex presidente dell’Ars e fedelissimo di Angelino Alfano, è il rapporto con il territorio oltre a una profonda riflessione sulla costruzione delle coalizioni. “Dobbiamo ripensare le alleanze”, ha scritto in un tweet.

 

D’accordo il coordinatore regionale del Pdl, Dore Misuraca, che su Facebook ha detto: “I risultati delle amministrative sono chiari ed inequivocabili. Dobbiamo quindi partire dai piccoli centri, dalle realtà locali, dobbiamo riportare la gente ad essere protagonista della vita politica del Paese. In politica comunque le competizioni elettorali servono anche per fare i bilanci, per riflettere e quindi per ricostruire laddove si è sbagliato e imparare da dove invece si è fatto bene”.

 

“A Catania – aggiunge Giuseppe Castiglionecoordinatore regionale del Pdl – non possiamo parlare di segnale politico. La vittoria di Enzo Bianco è la mera sommatoria delle liste che lo sostenevano, ognuna delle quali non ha superato il 10% e che, tutte insieme, lo hanno portato a superare appena la soglia del 50%. Il Pdl con il 14% dei consensi si conferma il primo partito strutturato a Catania e provincia, mentre il Pd non raggiunge nemmeno il 10%, i grillini spariscono dalla scena politica”.

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