Agrigento, ruspe in azione: abbattute a Lido Rossello le “villette degli assessori”

di Redazione

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Agrigento, ruspe in azione: abbattute a Lido Rossello le “villette degli assessori”

| giovedì 20 Giugno 2013 - 14:06

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REALMONTE (AG), 20 GIUGNO 2013 – Tornano in azione le ruspe nell’agrigentino, dopo la demolizione dell’ecomostro sulla spiaggia della scala dei Turchi. A fare la stessa fine, tre immobili privati abusivi nel lido Rossello, a Realmonte.

 

Lasciate incompiute, le “villette degli assessori” prendono il loro soprannome dai titolari della concessione edilizia che ne autorizzava la realizzazione.

 

Al lido Rossello, nei primi anni novanta, con uno strumento urbanistico ormai scaduto, in violazione di ogni logica prima ancora che del vincolo paesistico, alcuni assessori rilasciarono a sé stessi una serie di concessioni edilizie per realizzare palazzine in riva al mare, piantando i piloni nella sabbia e sbancando la costa di pietra bianca che completava il tratto costiero.

 

Nel 1992 le prime denunce di Legambiente, nel 1993 la magistratura annulla la concessione e blocca i lavori. Nel febbraio del 1994 l’intera Giunta municipale, la commissione edilizia e alcuni imprenditori vengono arrestati, processati e condannati. Negli anni seguenti i proprietari tentano la carta del ricorso al Tar, ma senza successo. Ma a maggio del 2011 il Consiglio di giustizia amministrativa boccia il ricorso dei proprietari e il sindaco avvia le pratiche per annullare le concessioni edilizie, acquisire gli scheletri e poi lasciare spazio alle ruspe.

 

“Si chiude così una pagina nera della speculazione edilizia sull’isola”, dice il presidente di Legambiente Sicilia, Mimmo Fontana, che aggiunge: “Quello che arriva dalla Sicilia con questi abbattimenti di Realmonte è un segnale di notevole importanza. Le ruspe stanno mettendo la parola fine a una pagina nerissima della speculazione edilizia sull’isola, una vera e propria aberrazione frutto di una scelta politica precisa, che prevedeva che tutta la spiaggia di Lido Rossello venisse cementificata, mare compreso. Le speculazioni rimaste incompiute e oggi finalmente demolite non erano, infatti, prive di autorizzazione, ma parte di un progetto di espansione previsto dal piano urbanistico”.

 

Secondo il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, “questi segnali dimostrano come, probabilmente, sul piano culturale la battaglia contro l’abusivismo edilizio sia stata vinta ma non si riuscirà a fermare il fenomeno finche’ non la si vincerà anche sul piano politico. Non solo abbiamo assistito nell’arco delle ultime due legislature a 18 tentativi di riaprire il condono, ma l’ultima invenzione del senatore Ciro Falanga di impedire alle procure di eseguire gli abbattimenti dimostra al contrario quanto sia urgente un intervento legislativo che renda rapidi ed efficaci gli abbattimenti, unico modo per riportare il paese alla bellezza che gli è riconosciuta dal mondo”.

 

“Un’altra pagina storica nel contrasto all’abusivismo in Sicilia – dice l’assessore al Territorio e Ambiente, Mariela Lo Bello – e un segnale importante verso una nuova cultura della tutela dell’ambiente e del paesaggio. Mi auguro adesso che altri Comuni siciliani diano seguito alle ordinanze di demolizione, è anche previsto il commissariamento degli Enti locali che non rispettano le norme sulla tutela ambientale. Con una circolare inviata ai Comuni stiamo tentando di accelerare le operazioni di acquisizione al demanio delle strutture abusive ancora non demolite dai proprietari, altrimenti saranno gli uffici regionali a denunciare omissioni all’autorità giudiziaria”.

 

 

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