Donna uccisa a coltellate a Palermo, fermato l’ex convivente: era stato denunciato sei volte per stalking

di Redazione

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Donna uccisa a coltellate a Palermo, fermato l’ex convivente: era stato denunciato sei volte per stalking

| mercoledì 10 Luglio 2013 - 08:49

via orecchiuta omicidio rosi bonanno

PALERMO, 10 LUGLIO 2013 – Omicidio questa mattina in via Orecchiuta a Palermo, nel popolare quartiere di Villagrazia. Una donna di 26 anni è stata uccisa, fermato l’ex convivente ritenuto colpevole dell’omicidio.

 

L’uomo, Benedetto Conti, 36 anni, è stato fermato a Villabate. La vittima Rosy Bonanno è stata uccisa a coltellate al termine di una lite. La coppia aveva un bambino di due anni che era in casa al momento dell’omicidio.

 

La donna si era trasferita in via Orecchiuta, a casa dei genitori, dopo la fine della relazione con Conti. Fine alla quale Conti non si era rassegnato: stamattina, intorno alle 9, l’uomo è andato nell’appartamento a Villagrazia, per convincere Rosi a riallacciare il rapporto. La discussione però è degenerata e l’uomo avrebbe colpito la donna con un coltello, prima di fuggire.

 

Il padre della donna, che stava rientrando, lo avrebbe incrociato per strada. All’ingresso nell’abitazione ha trovato la figlia morta e il piccolo accanto al corpo della mamma. Il sospetto, terribile, è che il bambino possa avere assistito all’omicidio.

 

La polizia ha rintracciato il presunto assasino in un appartamento di Villabate dove Conti risulta residente, la sua auto era stata ritrovata poco prima nei pressi della rotonda di via Oreto a Palermo. Con sè aveva ancora il coltello con cui Rosi è stata uccisa, ai poliziotti ha detto di avere ingerito veleno per uccidersi. Conti era stato denunciato sei volte per stalking: secondo gli accordi l’uomo avrebbe dovuto vedere il figlio due volte a settimana ma si sarebbe presentato spesso a casa dei Bonanno, quasi tutti i giorni.

 

“Da due anni facevamo denunce – si sfoga la madre della vittima, Teresa -. Mia figlia era in pericolo e questo delitto l’avete tutti sulla coscienza. Io sentivo che sarebbe finita in questo modo”.

 

Rosy Bonanno e Benedetto Conti si erano separati a gennaio, “perchè mia figlia era in pericolo”, dice ancora la madre che racconta di una serie di intimidazioni e minacce subite: “Ci hanno bruciato la macchina, ci hanno rotto il vetro, ci hanno lasciato una bottiglia di benzina dietro la porta con i fiammiferi, ci hanno insultato per telefono”. Rosy, racconta una zia, aveva più volte denunciato Bendetto, durante la loro convivenza e lo aveva accusato anche di violenza sessuale.

 

Di Rosy e del suo bambino si erano occupati anche i servizi sociali che stavano valutando l’ipotesi di trasferire la donna e il bambino in una casa famiglia, per proteggerli: “Ma se dovevano proteggerli, dovevano rinchiudere lui, non mia figlia”, grida la madre seduta davanti all’abitazione di via Occhiuta. La donna si è anche sentita male ed è stata soccorsa dal personale del 118.

 

In serata è arrivata la precisazione dei servizi sociali del Comune di Palermo: “Rosi si era recata presso i Servizi sociali comunali della III Circoscrizione lo scorso 4 marzo, in compagnia del suo compagno, qualificandosi come domiciliata a Villabate. Poichè in passato aveva già usufruito dell’assistenza dei servizi, è stata accolta dagli assistenti sociali cui ha spiegato che lei e il compagno erano in cerca di una casa, a seguito dello sfratto dalla loro abitazione di Villabate. In quella sede sia lei che lui hanno rifiutato l’assistenza offerta, che prevedeva il ricovero protetto per la madre e il figlio e, in una struttura separata, per il compagno”.

 

Due giorni dopo, “come risulta dagli atti dei Servizi”, la ragazza ha comunicato telefonicamente la cessazione dello stato di emergenza, in quanto aveva trovato alloggio presso la madre. Della situazione, i servizi sociali comunali erano tornati ad occuparsi nel mese di giugno, su richiesta della Procura minorile, cui è stato relazionato circa l’opportunità di un ricovero protetto per la madre ed il bambino a seguito di comportamenti violenti del padre.

 

(foto di Google Street View)

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