L’omicidio di Rosy Bonanno, Conti voleva portarle via il figlio: “Da tempo pensavo di ucciderla”

di Redazione

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L’omicidio di Rosy Bonanno, Conti voleva portarle via il figlio: “Da tempo pensavo di ucciderla”

| venerdì 12 Luglio 2013 - 08:40

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PALERMO, 12 LUGLIO 2013 – Non è stata una tragedia consumata in silenzio, anzi. Un intero quartiere conosceva il dramma di quella famiglia, sapeva dei litigi, vedeva le volanti e le radiomobili che quasi ad intervalli regolari erano costrette ad intervenire al numero 8 di via Orecchiuta, nel quartiere di Villagrazia.

 

 

L’omicidio di Rosy Bonanno appare sempre di più il classico dramma di una famiglia che non trova la forza di accettare la fine di un rapporto. Benedetto Conti, interrogato dagli agenti della Omicidi, diretta da Carmine Mosca, ha chiaramente confermato che non accettava la separazione e che quella mattina era andato a casa della ex per riprendersi suo figlio.

 

Ma subito dopo confessa tutta la lucida follia di un uomo che non ha il coraggio di accettare la realtà: da tempo pensava di uccidere la madre di suo figlio. E lo ha fatto davanti agli occhi attoniti del bimbo, dopo avere riempito una valigia con i suoi vestitini e l’occorrente per lui. Un omicidio che molti dicono si potesse evitare ma dalle stesse parole della madre, successive ai primi momenti di rabbia, e dalle dichiarazioni rilasciate dalla Procura e dai servizi sociali del Comune emerge l’altra tragica verità di questo dramma.

 

La vittima non aveva trovato il coraggio di andare avanti fino in fondo nel difendersi da quello che malgrado tutto era il padre del suo bambino. Le denunce non avevano seguito, spesso venivano ritirate e la giustizia, spesso considerata “intrusiva” in tema di diritto di famiglia e tutela del minore, stavolta ha fatto un passo indietro.

 

Dopo il sangue rimane la perenne ferita nella mente di quel bambino che ha assistito al dramma, che è naturalmente sotto shock con traumi difficili da superare se non con un aiuto continuo e non limitato a bravi specialisti e assistenti sociali.

 

La sua ferita potrà rimarginarsi solo con l’appoggio che tutto l’ambiente nel quale crescerà saprà dargli. Per suo padre si aprono le porte del carcere, per lui si potrebbe decidere per l’adozione. E anche su questo le coscienze di tutti sono pronte a dividersi ancora una volta.

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