Processo Mori, il giorno della sentenza

di Redazione

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Processo Mori, il giorno della sentenza

| martedì 16 Luglio 2013 - 23:07

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PALERMO, 17 LUGLIO 2013 – Processo Mori, è il giorno della sentenza. A quarantotto ore dall’anniversario della strage di via D’Amelio si conclude un processo che è strettamente legato a quel 19 luglio del 1992, a tutto ciò che lo precedette e ancor di più a tutto ciò che lo seguì.

 

Dopo la replica dei difensori dei due ufficiali del Ros dei Carabinieri, il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu, i giudici sono entrati in camera di consiglio. La Corte ha già apertamente dichiarato che sarà una camera di consiglio breve che già oggi potrà decidere se accogliere le richieste dei pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia.

 

Nove anni di carcere per Mori, sei e mezzo per Obinu, la proposta di pena avanzata dall’accusa. Il reato è quello di favoreggiamento aggravato alla mafia per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nel 1995. Oltre cento udienze, cinque anni di processo, novanta testimoni ascoltati.

 

Sullo sfondo della sentenza il nuovo processo sulla “trattativa” che riprende il 26 settembre, ma anche il “Borsellino quater”, domani nuova udienza a Caltanissetta. E le esternazioni di Totò Riina raccolte dagli agenti del Gom della Polizia Penitenziaria e che sono state escluse, proprio nella scorsa udienza, da questo processo ma messe agli atti in quello della trattativa.

 

Dopo cinque anni sembra quasi che questa sentenza possa influire in qualche modo nel ben più imponente procedimento che vede alla sbarra politici, boss, militari e testimoni chiave anche imputati, in questi mesi accompagnato da uno stillicidio di strani segnali e intimidazioni molto pesanti ai pm che li hanno istruiti entrambi.

I difensori, Enzo Musco e Basilio Milio, hanno chiesto l’assoluzione con formula piena, perché il fatto non sussiste. Una distanza fra accusa e difesa grande quanto la verità che ancora manca su una porzione di storia recente della nostra Repubblica.

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