Ventunesimo anniversario della morte di Rita Atria: il ricordo di Pietro Grasso e Leoluca Orlando

di Redazione

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Ventunesimo anniversario della morte di Rita Atria: il ricordo di Pietro Grasso e Leoluca Orlando

| venerdì 26 Luglio 2013 - 20:37

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PALERMO, 26 LUGLIO 2013 – Pietro Grasso e Leoluca Orlando hanno ricordato oggi, nel giorno del ventunesimo anniversario dalla sua nmorte, Rita Atria, giovane collaboratrice di giustizia che si suicidò a soli 18 anni.

 

“Ricorre oggi il 21° anniversario della morte di Rita Atria – scrive in una nota il Presidente del Senato – suicida a soli 18 anni. Oggi la vogliamo ricordare perché la sua è una storia che non si narra, non si racconta ogni giorno, una storia di dolore ma di grande coraggio, di determinazione.

 

Giovanissima, ma solo all’anagrafe, aveva vissuto molte vite. Il dolore per la perdita del padre e del fratello, affiliati di cosa nostra uccisi per mano mafiosa quando Rita aveva solo undici anni, il ripudio della madre e dell’ambiente in cui viveva per aver tradito il presunto onore della famiglia, l’assoluta solitudine per la sua scelta di denunciare quel mondo che non le apparteneva nell’animo e nello spirito, non la spaventarono, ma trasformarono la rabbia e il desiderio di vendetta in anelito alla libertà.

 

Rita Atria, la “picciridda”, come la chiamava Paolo Borsellino, non riuscì sopravvivere alla morte del magistrato che per lei aveva rappresentato l’amico, il padre, la famiglia che non aveva mai avuto. Nonostante la sua scelta disperata, Rita oggi rappresenta una strada da percorrere, un esempio, un messaggio di speranza che si può e si deve cambiare, in nome della legalità, in nome della giustizia, in nome di un futuro migliore”.

 

Così l’ha ricordata il Sindaco di Palermo: “Rita Atria fu vittima indiretta di quello Stato che trattò con la mafia. Ma Rita Atria rimarrà sempre un grande esempio di donna e di giovane che ebbe la forza ed il coraggio di rompere un muro, anche familiare, di omertà per schierarsi contro la mafia e la violenza. La sua morte resta a perenne vergogna di chi, dopo aver contribuito moralmente alla morte del suo principale punto di riferimento Paolo Borsellino, la lasciò sola nella sua battaglia”.

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