Il ricordo di Ninni Cassarà e Roberto Antiochia ventotto anni dopo il delitto di mafia

di Redazione

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Il ricordo di Ninni Cassarà e Roberto Antiochia ventotto anni dopo il delitto di mafia

| martedì 06 Agosto 2013 - 09:05

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PALERMO, 6 AGOSTO 2013 – Sono passati 28 anni da quel 6 agosto 1985, giorno del barbaro assassinio di Antonino Cassarà e dell’agente di scorta Roberto Antiochia. Oggi, le istituzioni ne rinnovano la memoria ricordandone il sacrificio. 

 

Ninni Cassarà era vice questore aggiunto alla questura di Palermo e vice dirigente della squadra mobile. Insieme all’agente Calogero Zucchetto si occupava delle indagini sui clan di Cosa nostra. Furono proprio loro a riconoscere i due killer latitanti Pino Greco e Mario Prestifilippo che però riuscirono a fuggire evitando l’arresto. Cassarà fu stretto collaboratore di Giovanni Falcone e del “Pool Antimafia” della procura di Palermo durante gli anni ottanta.

 

Il vice questore venne ucciso da un commando di nove uomini armati di Kalashnikov davanti alla sua abitazione al civico 81 di via Croce Rossa. Gli assassini erano appostati nell’edificio in costruzione di fronte alla sua palazzina. Una pioggia di proiettili colpì l’Alfetta di Cassarà. In quell’occasione perse la vita anche Roberto Antiochia, l’agente di scorta che fu il primo a scendere dall’auto per aprire lo sportello proprio al vice capo della squadra mobile.

 

Il 17 febbraio 1995, Totò Riina, Bernando Provenzano, Michele Greco, Bernardo Brusca e Francesco Madonia vennero condannati all’ergastolo come mandanti della strage.

 

“I loro nomi sono per noi tutti esempio di mirabile attaccamento ai valori quotidiani della giustizia e del lavoro, pagati con il prezzo estremo della vita”, così il Presidente del Senato, Pietro Grasso ricorda l’anniversario della strage. “Eroe contemporaneo dalle grandi doti morali – aggiunge Grasso – spinto fino al sacrificio estremo da un sentimento di profondo attaccamento allo Stato e alla nostra terra di Sicilia, Ninni Cassarà, nel suo ruolo di vice dirigente della Squadra mobile di Palermo, era riconosciuto come uno dei migliori investigatori della Polizia del capoluogo siciliano. Aveva contribuito all’operazione ‘Pizza Connection’, che aveva portato all’arresto di decine di mafiosi tra Italia e Stati Uniti, e sotto il coordinamento del pool antimafia della Procura di Palermo aveva diretto molte operazioni decisive per la lotta alla criminalità organizzata. Investigatore tenace e instancabile, le sue doti di altissimo profilo lo avevano reso prezioso collaboratore di quei magistrati, tra tutti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che all’epoca avevano intrapreso con coraggio e determinazione il difficile e impervio cammino della lotta alla mafia”.

 

“Ai familiari – conclude il presidente del Senato – rinnovo la mia commossa vicinanza. Agli uomini della Polizia, che hanno saputo sapientemente proseguire nel cammino tracciato da Ninni Cassarà e Roberto Antiochia, va la mia più sincera gratitudine”. Oggi, una messa alla caserma Lungaro di Palermo ha ricordato Ninni Cassarà e Roberto Antiochia. Sono stati ricordati anche il capo della “catturandi” Beppe Montana e l’agente Nino Agostino, uccisi rispettivamente il 28 luglio 1985 a Santa Flavia, in provincia di Palermo e il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini.

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