Nuovo allarme fondi europei in Sicilia, a rischio oltre un miliardo di euro. Regione in cerca di una soluzione

di Redazione

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Nuovo allarme fondi europei in Sicilia, a rischio oltre un miliardo di euro. Regione in cerca di una soluzione

| giovedì 22 Agosto 2013 - 11:10

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PALERMO, 22 AGOSTO 2013 – La Sicilia rischia di perdere oltre 1 miliardo di fondi Ue. Si tratta di una stima fatta dai funzionari del ministero e del dipartimento Politiche di sviluppo durante tre giorni di verifiche, dal 3 al 5 luglio, del Po-Fesr con il dipartimento Programmazione della Regione sulla spesa dei fondi strutturali.

 

Per evitare il disimpegno delle risorse non spendibili entro il termine ultimo del 31 dicembre del 2015, la Regione punta sul cosiddetto ‘overbooking’, progetti che hanno un potenziale di 1 miliardo di euro, proprio la cifra che la Sicilia rischia di mandare in fumo per i ritardi nella spesa del programma partito nel 2007.

 

Queste operazioni di ‘overbooking’, scorrendo le graduatorie del Piano saturate per integrale assorbimento delle risorse appostate, secondo il dipartimento per la Programmazione, guidato da Vincenzo Falgares, ”sarebbero in condizione, opportunamente rimpinguate, di finanziare ulteriori, consistenti iniziative, pienamente ammissibili in termini di possesso dei requisiti” e realizzabili entro il 31 dicembre del 2015.

 

Falgares ha messo nero su bianco le criticità emerse dalla riunione con i tecnici ministeriali in una relazione che è stata recepita dalla giunta regionale, all’inizio del mese di agosto. E ha avviato ”una intensa attività di confronto” con gli altri dipartimenti regionali per ”individuare, quantificare e qualificare le procedure con overbooking” e ”individuare le possibili fonti di copertura dell’oberbooking stesso”.

 

Il dipartimento quantifica in 300 milioni i progetti in overbooking coperti finanziariamente e in 299,7 mln quelli privi di copertura (in entrambi i casi la conclusione e’ prevista entro dicembre 2015), mentre quelli da verificare nei tempi e da finanziare ammontano a 419,1 mln. Parte della copertura finanziaria, pari a 137,5 mln, è stata individuata dal Dipartimento nelle risorse riprogrammabili del piano di salvaguardia (89,5 mln) in quanto non hanno ancora prodotto impegni e dalle risorse riprogrammabili del Por (48 mln) in quanto non hanno esitato graduatorie.

 

Di queste somme riprogrammate, 25 mln vanno a incrementare i fondi del dipartimento Protezione civile per interventi di previsione e mitigazione dei rischi idrogeologici, sismici, vulcanici, industriali e ambientali; 89,5 mln al dipartimento Attività produttive per lo scorrimento della graduatoria del bando ricettività turistica, di cui 12 mln per il finanziamento dei bandi per le aree colpire da calamità naturale della provincia di Messina e dei bandi a favore delle isple Pelagie; 23 mln al dipartimento Finanze per il finanziamento del fondo di garanzia del Mise a beneficio delle imprese siciliane.

 

Il dipartimento Programmazione a settembre procederà ”a un’ulteriore attività volta alla mitigazione del rischio del Po che si articolerà nell’individuazione puntuale di ulteriori risorse che si possono liberare all’interno di ciascun obiettivo operativo del programma” perché non programmate, non certificabili alla Commissione, perché frutto di economie da ribasso già accertate o di revoche, ”al fine di finanziare ulteriore overbooking”.

 

Saranno inoltre analizzati ”progetti retrospettivi inseriti in Apq e già finanziati da altre fonti, che potranno consentire di attenuare il rischio da ribassi insito nell’attuazione delle opere pubbliche e, più in generale, il rischio da ritardi attuativi che minaccia la piena realizzazione del programma”.

 

Si prevede, così, una seconda deliberazione di giunta ”avente per oggetto ‘iniziative di accelerazione della spesa-seconda fase’, orientata – scrive Falgares nella relazione, approvata dalla giunta Crocetta – a definire un nuovo quadro finanziario del Po e del piano di salvaguardia al fine di garantire una ulteriore quota di copertura del rischio stimato sul programma, attraverso l’eliminazione dal po di procedure in ritardo irrecuperabile e il concomitante finanziamento di progetti in overbooking”.

 

Sempre a settembre ”con il supporto della task-force sarà garantita una parallela attività sistemica orientata a individuare, per le procedure a rischio del Por, una serie di azioni correttive per garantire la chiusura entro il 31 dicembre del 2015”.

 

Tra fondi Ue erogati ai beneficiari e spesa effettivamente certificata dai dipartimenti della Regione ci sarebbe un “buco” di 250 milioni di euro, dovuto alla complessità delle verifiche. È quanto emerso nell’ambito dell’attività di monitoraggio della spesa sul Po Fesr 2007-2013. Così, l’Autorità di gestione del Po, guidata da Vincenzo Falgares, ha chiesto e ottenuto dalla giunta Crocetta un potenziamento dei controlli di primo livello e un apposito finanziamento per 700 mila euro, fondi provenienti dalla riprogrammazione dall’Apq Carlo Alberto Dalla Chiesa, per la copertura degli oneri di missione e lavoro straordinario in particolare per il personale impiegato in forza agli uffici periferici del Genio civile.

 

Secondo l’Autorità di gestione del Po Fesr, “la principale ragione” della differenza tra l’erogato e il rendicontato, “è senza ombra di dubbio da individuare nel collo di bottiglia costituito dall’iter procedurale di controllo documentale di primo livello sul 100% della spesa, che, in particolare per i progetti inerenti alle opere pubbliche, riveste profili di particolare complessità di ordine tecnico nell’esame del relativo carteggio”. Per risolvere questi problemi, l’Autorità di gestione, esercitando il ruolo di coordinamento dell’attività di controllo di primo livello, ha promosso la sottoscrizione di appositi protocolli di intesa tra il Dipartimento per la Programmazione e i centri di responsabilità titolari di interventi di opere pubbliche cofinanziate dal Fesr. Attraverso i protocolli d’intesa “sarà possibile costituire un numero maggiore di team di controllori di primo livello, congiuntamente composto da personale dall’Umc titolare del progetto da verificare e da unità organiche del dipartimento regionale tecnico, il cui contributo professionale consentirà di accelerare e qualificare le dinamiche di certificazione della spesa dei correlati progetti di opere pubbliche”.

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