L’avvertimento di Assad alla Francia, la traduzione dell’intervista

di Redazione

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L’avvertimento di Assad alla Francia, la traduzione dell’intervista

| martedì 03 Settembre 2013 - 14:08

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PARIGI, 3 SETTEMBRE 2013 – L’intervista che il mondo non si aspettava se l’è accaparrata Le Figaro, grazie all’inviato Georges Malbrunot che è riuscito a parlare in esclusiva con il presidente siriano. Venti domande che saranno stampate domani sulla versione cartacea del quotidiano parigina e che sono disponibili online in versione ridotta. “Il Medio Oriente è una polveriera” è l’incipit delle minacce di Bashar el-Assad: il presidente siriano si difende dalle accuse rivoltegli da Obama e Hollande sostenendo che “Non hanno fornito alcuna prova, neanche ai propri popoli”.

 

Poi arriva la sferzata diretta alla Francia: “Chiunque operi contro gli interessi della Siria e dei suoi cittadini è nostro nemico”, è il monito perentorio di Assad che continua: “Lo Stato francese è ostile al popolo siriano” e dunque “sarà suo nemico”.

 

Assad mantiene la linea dura anche sulla domande delle domande: l’esercito siriano ha utilizzato armi chimiche? “Dov’é la logica in tutto ciò?”, risponde con calma il presidente che sibillinamente dice “Non ho mai detto che l’esercito siriano è in possesso o meno di tali armi”. Vi proponiamo la traduzione delle tre domande pubblicate da Le Figaro nella versione online del quotidiano.

 

TRADUZIONE: Il nostro inviato speciale a Damasco Georges Malbrunot ha intervistato in esclusiva mondiale il presidente siriano Bashar el-Assad. Qui sotto un estratto dell’articolo.

 

Le Figaro – Può dimostrare che il vostro esercito non ha fatto ricorso ad armi chimiche il 21 agosto nella periferia di Damasco, quando alcuni attacchi hanno ucciso più di 100 persone, cme dicono le accusa di Barack Obama e François Hollande?

 

Assad – Chiunque mi accusi deve procurarsi delle prove. Noi abbiamo sfidato Stati Uniti e Francia a presentarne anche una sola. I signori Obama e Hollande non ne sono stati capaci, anche davanti i propri popoli. Io non ho mai detto che l’esercito siriano è in possesso o meno di tali armi. Supponiamo che il nostro esercito voglia utilizzare delle armi di distruzioni di massa: è possibile che le utilizzi in una zona dove si trova l’esercito stesso o dove i soldati sono stati colpiti da queste armi, come hanno constatato gli ispettori delle Nazioni unite nel rendiconto della visita all’ospedale in cui sono ricoverati? Dov’è la logica in tutto ciò?

 

Quale sarà la vostra risposta in caso di attacco militare contro il vostro paese?

 

Il Medio-Oriente è una polveriere e il fioco si avvicina ogni giorno. Non bisogna parlare soltanto di risposta siriama, ma piuttosto di ciò che potrebbe succedere dopo il primo bombardamento. Ora, nessuno può sapere cosa succederà. Tutti perderanno il controllo della situazione quando la polveriera esploderà. Il caos e l’estremisco si diffonderanno. Esite il rischio di una guerra regionale.

 

La Francia è diventata un paese nemico della Siria?

 

Chiunque contribuisca a finanziare e supportare militarmente dei terroristi è nemico del popolo siriano. Chiunque operi contro gli interessi della Siria e dei suoi cittadini è un nemico. Il popole francese non lo è, ma la politica del suo Stato è ostile al popolo siriano. Nella misura in cui la politica dello Stato francese è nemica del popolo siriano, questo Stato resterà nostro nemico. Questa ostilità continuerà fin quando la politica non cambierà. Ci saranno delle ripercussioni – chiaramente negative – sugli interessi della Francia.

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