La calda estate della “chiave bulgara”: ecco perché Palermo si scopre insicura

di Redazione

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La calda estate della “chiave bulgara”: ecco perché Palermo si scopre insicura

| martedì 03 Settembre 2013 - 18:20

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PALERMO, 4 SETTEMBRE 2013 – Quaranta furti in appartamento nel solo mese d’agosto, una decina di aggressioni violente in casa, spesso villette isolate, in piena estate. Ma anche sei bande della “chiave bulgara” bloccate dalla Polizia da Ferragosto ad oggi.

 

È l’estate calda della sicurezza a Palermo che viene fuori ogni giorno dalle colonne dei giornali, confermata dalle statistiche fornite qualche giorno fa dal ministero dell’Interno e anche dalle informali ammissioni di funzionari di Polizia ed ufficiali dei Carabinieri: “Non è un incremento da vera emergenza ma i dati parlano chiaro, c’è un aumento di furti in casa, e sono più frequenti anche i casi di rapine in appartamento con aggressione dei derubati”, ci dice un investigatore.

Non è una coincidenza ma un fenomeno che ha spiegazioni precise che iniziano dalla crescente crisi economica che spinge più gente a delinquere. Ma, contrariamente a ciò che si immagina, questa è l’ultima della spiegazioni. Le statistiche sui furti del Viminale dimostrano che nelle quattro regioni dove la criminalità organizzata è più diffusa (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) l’impennata di reati come furti, rapine e scippi hanno una minore impennata nei momenti di crisi economica. Un dato confermato anche dal Questore di Palermo Nicola Zito in una recente intervista a Si24. Gli autori di questi reati sono spesso pregiudicati per gli stessi reati, pochi i “neofiti” che finiscono in galera.

E allora perché questo aumento di furti? In una parola potremmo dire che è tutta colpa delle nuove tecnologie. Da un lato la famigerata “chiave bulgara” che ha reso un buon numero di porte blindate facilmente espugnabili anche se chiuse a doppia mandata, dall’altro uffici postali, banche ma anche farmacie, gioiellerie e supermercati sempre più videosorvegliati, blindati o collegati con le centrali operative delle forze dell’ordine con conseguente finale negativo per molte bande di rapinatori.

Proprio per questo, confermano dalla Squadra Mobile, le bande palermitane, spesso reclutando giovani criminali stranieri, puntano a obbiettivi più facili e meno “blindati”: condomini e ville. Meglio se abitate da anziani e meglio ancora se un basista ha già rivelato particolari su abitudini, prelievi di contanti e altro. La soffiata può arrivare da un collaboratore domestico o come nel caso della rapina con sequestro a mezzomonreale nella banda ci può essere un vicino di casa delle vittime.

Comune denominatore degli assalti: giovane età dei malviventi, precedenti penali e una buona dose di violenza. Ecco perché dalla Questura si è scelto di iniziare dai posti di blocco in strada. Una “pulizia preventiva” fra i possibili esecutori dei prossimi raid.

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