Palermo, disarmato “Gino u mitra”. Sequestrato il chiosco della famiglia del boss Abbate a piazza Kalsa

di Redazione

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Palermo, disarmato “Gino u mitra”. Sequestrato il chiosco della famiglia del boss Abbate a piazza Kalsa

| mercoledì 18 Settembre 2013 - 13:14

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PALERMO, 18 SETTEMBRE 2013 – Il 18 settembre del 2013 può segnare un vero e proprio spartiacque nella vita di piazza Kalsa. Questa mattina è stato letteralmente sradicato dal suo territorio il “Chioschetto della Kalsa” che, dietro l’immagine di un normale chiosco nascondeva le attività illecite della famiglia Abbate. Il boss, Luigi Abbate, capomafia di Borgo Vecchio, si trova attualmente in carcere, dovendo scontare una condanna definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso.

 


L’operazione è un ulteriore colpo al potere criminale suo e dei familiari sull’intera zona. Azione portata avanti dalla polizia in collaborazione con vigili del fuoco e polizia municipale, e che ha portato al vero e proprio sradicamento del chiosco dalla sua ubicazione, proprio davanti alla chiesa di Santa Teresa. La struttura è stata così caricata su un camion e portata via.


L’impresa degli Abbate aveva già subito un ordine di sequestro patrimoniale nel 2011 su proposta del Questore di Palermo. Sequestro che rientrava in un’operazione più ampia di confisca di beni e attività imprenditoriali riconducibili ad Abbate.


Il boss di Borgo Vecchio è da sempre conosciuto con l’appellativo di “Gino u mitra” a causa della sua ferocia e delle sue capacità con le armi. Da sempre affiliato a Cosa Nostra è un pluripregiudicato che alle sue spalle lascia una scia di sentenze definitive per i reati più disparati: spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, reati contro il patrimonio, con il culmine di una condanna per omicidio volontario e soppressione di cadavere.


L’operazione non ha scosso più di tanto gli abitanti del luogo, chiusi nel loro silenzio omertoso come da copione. Ma la gente del quartiere era presente allo smantellamento del chiosco che adesso verrà custodito in un deposito, a differenza della struttura, totalmente abusiva, ricavata accanto al bar. Le prossime settimane saranno decisive per capire quanto ne risentirà il potere consolidato della famiglia Abbate nella zona.

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