Quando la bufala diventa indigesta | Un esperto spiega come non cadere nei tranelli

di Redazione

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Quando la bufala diventa indigesta | Un esperto spiega come non cadere nei tranelli

| venerdì 20 Settembre 2013 - 15:45

Un mondo variegato, che sfrutta la superstizione e la disinformazione popolari, e non disdegna le incursioni nelle novità. Tecnologiche e non solo. Maicolengel con la sua presenza ventennale sulla rete, quindi sin dagli albori del web in Italia, ne ha viste e smascherate a centinaia. E continua a farlo con grande divertimento ma soprattutto con voglia di informare veramente. “Credo che la corretta informazione sia fondamentale in un Paese civile. Purtroppo oggi tante persone su facebook cliccano e condividono notizie che non hanno alcun fondamento e che vengono accettate come vere solo perché vengono condivise. Cosa che in tanti fanno senza nemmeno controllare se abbiano fondamento oppure no”.

Da cosa credi che dipenda?

“Dalla voglia di essere partecipi. Se vedi una news condivisa da milioni di persone non credi possa essere una bugia e perciò condividi anche tu per non essere da meno”.

Un principio che nasce da lontano e che viene utilizzato anche dalla politica. Ripetendo più volte una bugia i cittadini cominciano a crederci e se la prendono se qualcuno osa dirgli il contrario.

“Proprio così. E premesso che la politica italiana tutta mi fa ribrezzo, in Inghilterra, ad esempio, la notizia scorretta esiste di meno. E quando viene ‘debunkerata’ (termine tecnico per indicare lo smascheramento, il debunker è colui che confuta queste notizie –ndr-) viene sbattuta in prima pagina. Lo dico con cognizione di causa perché mia moglie è inglese e quindi leggo tutti i giorni il Telegraph e guardo costantemente la Bbc”.

Da quanto tempo esiste la pagina Facebook, “Bufale un tanto al chilo”?

“La pagina Facebook è lì da maggio. In crescita costante, al punto che per aiutare i nostri utenti a trovare le bufale più vecchie abbiamo dovuto aprire anche un piccolo blog, bufaleuntantoalchilo.blogspot.it, non ancora del tutto aggiornato, ma in funzione e che totalizza circa mille visitatori giornalieri. Cerco di ‘sbufalare’ due-tre notizie al giorno, ma confesso che è iun lavoraccio”.

Quali sono le tue fonti principali, a parte Facebook?

“C’è l’imbarazzo della scelta. Losai.eu è una fonte quotidiana di bufale o disinformazione, i siti salutisti o vegani lo sono spesso, ma tantissimo arriva anche da quotidiani e settimanali nazionali. Corriere della Sera ed Espresso, per fare due esempi. Oppure la Repubblica che a volte cade in tranelli immani. La cosa buffa è che a volte mi tocca smentire notizie nate come satira, ad esempio in siti come lercio.it, ma che la gente prende per vere”.

Chi pensi possa nascondersi dietro un sito come Losai.eu?

“Poco importa chi ci sia dietro. Posso dirti che Losai è un sito filo-destra cattolica. Ma la politica c’entra fino a un certo punto. Gli spacciatori di bufale non hanno corrente e si trovano tranquillamente a destra, come a sinistra o al centro”.

Cosa ne pensi, invece, dei sostenitori delle varie teorie del complotto?

“Non trovo nulla di male nell’aver teorie diverse da quelle “ufficiali”. Trovo del male quando non se ne vuole discutere civilmente. Spesso chi mette in giro queste teorie è un farabutto perché non ci crede nemmeno e pensa di poterci guadagnare. Chi abbocca, invece, è di vario genere. Passiamo da coloro che hanno dubbi che necessitano solo di essere chiariti, a chi invece è poco interessato ai fatti ma mosso da odio verso questa o quella fazione”.

Parlando di teorie del complotto, ti viene mai il dubbio che chi promulga tali teorie possa anche avere ragione? Che le verità ufficiali possano nascondere, a volte, interessi di cui non siamo a conoscenza?

“Certo, c’è sempre il dubbio! Per questo non sono contrario a queste teorie, ma le contrasto quando vengono smentite e i dati sono verificabili. Rimane il fatto che avere dubbi è giustissimo. Solo attraverso di essi possiamo arrivare a una verità”.

La bufala più incredibile che hai smascherato?

“Quella dei vaccini che uccidono milioni di persone o che potrebbero causare autismo. Ben vengano le ricerche, ma quando queste portano a nulla la teoria deve essere smentita. Oppure quella delle mucche mostro, le belgian Blue. Per non parlare di quella volta che smascherai una bufala de L’Espresso sui farmaci salvavita”.

Una tua opinione sulle teorie più conosciute. Parliamo di scie chimiche.

“Le scie chimiche sono state debunkerate più volte, si è proposta anche una raccolta fondi per raccogliere campioni in aria, e non ha portato a nulla. Non credo alla teoria delle ‘chemtrails’ e il perché è lungo da spiegare. Non si tratta di credervi o meno, ma di leggere le analisi, di vedere i fatti. Le scie chimiche sono una bella invenzione fatta per spillare qualche soldo a chi compra libri e va a conferenze a riguardo, nulla più”.

E delle teste di pollo fritto nel McDonald’s Nuggets? Che mi dici?

“Bufala di tredici anni fa che circola ancora. Come quella dell’hamburger mummia. Le bufale anti-multinazionali sono sport comune. E io, citengo a dirlo, non difendo le multinazionali, ma la correttezza d’informazione è un’altra cosa”.

Cosa ne pensi degli Illuminati?

“Non credo all’esistenza degli Illuminati, ma credo che esistano gruppi di potere politico ed economico che si associano per il comune interesse. Questi, però, esistono da sempre, non sono gruppi stabili e le alleanze di volta in volta cambiano. Ovvero, non credo a teorie su Bilderberg e compagnia bella, ma sono d’accordo che i potenti a volte cerchino i modi più disparati per tutelare i loro interessi. Che siano associati o meno”.

La cura per il cancro? E’ stata scoperta e ce la tengono nascosta?

“No, purtroppo la cura per il cancro non è stata scoperta. Oltretutto ogni tumore ha diverse reazioni, quindi si tratterebbe di diverse cure e in certi casi oggi il cancro viene sconfitto. Tristemente non quelli più pesanti ma ho fiducia nella scienza. Parlo con cognizione di causa perché vengo da una famiglia di medici”.

Parliamo un attimo di te. Da cosa nasce la decisione di occuparsi di questa materia?

“Sono online dal 1992-93.Amavo tanto quei primi anni, poca gente online nessun social network e persone con passione e voglia di apprendere. Poi è arrivata la massa e le catene di Sant’Antonio. Con gli amici di chat già alla fine degli anni 90 debunkeravamo quello che ci arrivava via e-mail, ma era poca cosa. Al massimo riservata allo stretto giro d’amicizie che già usavano il pc regolarmente.

Ultima domanda. Debunker si nasce o si diventa?

“Debunker si nasce perché la capacità di trovare informazioni è innata!”.

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