La tragedia del mare a Lampedusa: si alza il vento, si spegne la speranza. Crocetta: “Morti annunciate”

di Maria Teresa Camarda

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La tragedia del mare a Lampedusa: si alza il vento, si spegne la speranza. Crocetta: “Morti annunciate”

| venerdì 04 Ottobre 2013 - 04:32

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Secondo giorno di ricerche dopo la tragedia del mare che ha colpito Lampedusa. Sono attualmente 127 i morti del naufragio del barcone, ma il bilancio è tristemente destinato ad aumentare. Crocetta: “Quei ‘soloni’ dell’Europa al massimo faranno un minuto di silenzio a Strasburgo”

 

14.05 Materassi a terra, vestiti appesi alle recinzioni, gente che dorme in un vecchio camion dei gelati: queste sono le condizioni in cui sono costretti a vivere i migranti rinchiusi nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa. All’interno del Centro, che dopo l’incendio del 2011 ha una capienza di circa 300 posti, ci sono attualmente 1055 persone di cui 300 minori.

 

12.50 – È iniziata la conferenza stampa del sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, e del presidente della Regione, Rosario Crocetta. “Siamo arrabbiati, addolorati”, dice il sindaco. “Stiamo intanto affrontando l’emergenza per cercare di salvare più persone possibili, anche se il numero dei vivi si è fermato a 155. Al soccorso delle persone sopravvissute, che si trovavano ancora in superficie, hanno partecipato anche i nostri concittadini, pescatori soprattutto, ma anche i turisti presenti sull’isola. Lo strazio lo abbiamo condiviso”. Oggi sono arrivate le prime bare per il trasporto dei corpi nei cimiteri dell’agrigentino che hanno offerto la disponibilità. sia con le navi che con i mezzi aerei. “Sono tantissimi – prosegue Nicolini – i problemi pratici e logistici che ci troviamo ad affrontare, anche per la conservazione dei corpi così come richiesto dalla Procura”.

“Possiamo parlare di tutto – ha detto il presidente Crocetta – ma non possiamo che ricondurre tutto all’etica umana che sta dietro a questa tragedia”. Il governatore siciliano è infuriato con l’Unione europea, chiama i rappresentanti dell’Ue “soloni” e ironizza dicendo che forse questo dramma non “determinerà che un altro minuto di silenzio a Strasburgo”. “Questa morte non può essere considerata un incidente, ma è una morte scientificamente annunciata, causata da tutte le logiche militari, malate, che si stanno diffondendo nei paesi del Mediterraneo, che ormai non sono altro che polverirere”. “La politica ‘immigrazione zero’ – attacca ancora Crocetta – ha reso il Mediterraneo un enorme cimitero. Noi chiediamo l’abolizione della legge Bossi-Fini”.

Crocetta e l’assessore all’Ambiente, Mariella Lo Bello, annunciano che in cantiere c’è l’idea di costruire un cimitero interreligioso dell’immigrazione. “Individueremo un luogo in Sicilia dove realizzarlo – dice il presidente della Regione – e poi lo divideremo in settori, così che ogni uomo, di qualsiasi religione, possa avere il riposo che desidera”.

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Nella sala della conferenza stampa arrivano alcuni attivisti antimilitaristi e No Muos guidati dall’artista Giacomo Sferlazzo. “Questa terra si sta militarizzando e lei, presidente, ha delle responsabilità, almeno sulla vicenda di Niscemi”, attacca Sferlazzo. Ma il governatore respinge le accuse: “Come Crocetta posso essere d’accordo con lei, ma come governatore della Sicilia non posso che seguire la politica militare dell’Italia. Ho provato in tutti i modi a combattere contro il Muos, non ho più armi per fermarli. La manifestazione del 28 settembre scorso a Palermo dovevano farla a Roma”. “Per la prima volta nella mia vita mi sono ritrovato a dover fare qualcosa che non avrei mai fatto”, ha concluso il governatore.

12.46 – Ha perso il figlio che aspettava, durante la traversata del deserto, l’eritrea ventenne sopravvissuta al naufragio di ieri, a Lampedusa, e ricoverata all’ospedale Civico di Palermo. Inizialmente si era pensato che la giovane fosse incinta, ma questa mattina, alla mediatrice culturale che l’ha incontrata ha raccontato di avere subito un’interruzione di gravidanza durante il viaggio. Dalle parole della donna, che è ancora in stato confusionale, sembrerebbe che a causare l’aborto potrebbe essere stata una violenza subita. A indurre i soccorritori nell’equivoco che la donna fosse incinta sono stati il fatto che ripeteva “baby” e che l’utero fosse di dimensioni più grandi del normale: circostanza, si è accertato in un secondo momento, dipesa dalla gravidanza interrotta.

 

12.33 – Il primo ministro inglese, David Cameron, in un tweet esprime la sua vicinanza al premier Enrico Letta e all’Italia, dopo la tregedia di ieri.

12.15 – “Non possiamo passare il tempo a contare i morti, dobbiamo prendere coscienza che qualcosa va cambiato tenendo conto che questi uomini hanno diritto ad una vita come la nostra – lo ha detto Monsignor Francesco Montenegro al comune di Lampedusa prima di andare ad incontrare Crocetta, il sindaco dell’isola e la giunta comunale. – Se fanno questi viaggi è perchè vogliono vivere. Per questo noi apriamo il cuore all’accoglienza perchè questi uomini possano avere la possibilità di vivere. Tutti siamo responsabili di quanto è accaduto, Bergoglio ce l’ha detto ognuno ha una sua responsabilità allora chiediamoci ‘io cosa sto facendo per cambiare le cose'”

 

10.45 – “Il dolore più grande è stato vedere quei bambini”, racconta Pietro Bartolo, il responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa che ha ispezionato i corpi delle vittime. Bartolo tratteggia il dettaglio più straziante: “Erano stati vestiti di tutto punto dalle mamme per il loro arrivo in Europa: sono morti con scarpe e magliette nuove”. Poi il responsabile del Poliambulatorio spiega la causa della morte: “La maggior parte delle vittime è annegata: non sapevano nuotare”. E i superstiti? “Molti di quelli trasportati a Palermo, in condizioni gravi, hanno subito lesioni polmonari e gastrointestinali a causa del gasolio ingerito insieme all’acqua di mare”. Lo stesso gasolio che rendeva difficile afferrare i corpi: “Ci scivolavano dalle mani – racconta ancora Bartolo – perchè erano ricoperti olii e carburante”.

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10.27 – Sono di 58 uomini, 49 donne e 4 bambini i corpi recuperati dal mare. I bambini avevano tra i due e i sei anni. Altri minori potrebbero essere ancora nella stiva. “L’istinto dei più piccoli e delle loro mamme – dice uno dei soccorritori della Croce Rossa – è spesso quello di rifugiarsi all’interno della barca“. “Un grande contributo – ha detto l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, nel corso di una conferenza stampa al Poliambulatorio di Lampedusa – in questa emergenza è stato dato dai civili, un contributo straordinario. Eroi silenziosi che si sono fatti carico dell’accoglienza di questi poveri migranti”. E ha annunciato anche l’intenzione della Regione di struttuare a Lampedusa “un team stabile di medici per affrontare le esigenze dei migranti, specialmente nel settore materno e infantile, un’unità permanente di medicina per l’immigrazione. E il direttore dell’Asp di Palermo, Antonino Candela, ha specificato: “Nessuna emergenza sanitaria è attualmente in corso”.

 

9.35 – Sono rese sempre più difficili dal forte vento le ricerche dei dispersi in mare. “Con questo vento è impossibile operare – dice Giovanni Di Gaetano, capo reparto dei sommozzatori dei vigili del fuoco – il mare attualmente è forza quattro e le condizioni di sicurezza non possono essere rispettate”. “Ma non possiamo perdere tempo – dice l’ammiraglio Felicio Angrisano, comandante generale della Guardia costiera italiana – quindi i gommoni con i sommozzatori partono, raggiungono il punto del naufragio e  quando il mare, anche solo per pochi minuti, si calma, si immergono immediatamente”. Il vento peró dicono che sia in fase calante e quindi si spera di riuscire a riprendere con i recuperi con più celerità nel primo pomeriggio.

9.00 – “Sembra un film dell’orrore, là sotto c’è una massa di corpi incastrati, uno sull’altro nella stiva mentre tentavano di fuggire e altri sono aggrappati alla fiancata del peschereccio”. È il racconto atroce di Rocco Canelli, il primo sub sceso dove è naufragato ieri il barcone davanti a Lampedusa. Il sub racconta di aver visto almeno una ventina di corpi tutti attorno al relitto e altri ammassati nella stiva. “Due di loro – racconta – sono aggrappati alla fiancata della barca, sono affondati con lei”.

ricerche-elicottero

 

8.56 – Il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano si è recato sul molo Favaloro per Controllare l’andamento delle operazioni di recupero dei corpi. “Proporrò Lampedusa per il premio Nobel per la pace – ha detto – e, con una telefonata fatta davanti all’hangar dove ci sono i cadaveri, ho invitato il presidente della Commissione europea Barroso a venire sull’isola per conoscere i lampedusani”. E sulla legge Bossi-Fini ha ribadito: “La questione non si risolve cancellandola”.

8.35 – Il sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini è sul molo Favaloro dall’alba di questa mattina. “Lampedusa è un’isola attonita, c’è sgomento, rabbia. Tutto questo succede da troppo tempo. I lampedusani si aspettano che dopo i morti cambi qualcosa. Ce l’aspettavamo già dopo la visita di Papa Francesco”. Oggi si fa piú forte l’eco delle polemiche sul mancato intervento di alcuni pescherecci che avevano avvistato il barcone in difficoltà. “I superstiti raccontano di avere visto tre motopescherecci passare che peró non si sono fermati per prestare soccorso. Ma i pescatori li capisco – spiega il sindaco – hanno paura di essere processati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La Legge Bossi-Fini è una tragedia per la nostra isola”. E sulla visita del presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini dice: “Sono felice che verrà, è una donna che stimo e mi sentiró più forte con lei accanto”.

 

8.12 – È guerra di cifre sul numero dei cadaveri ritrovati: la notte scorsa si era diffusa la voce che i corpi fossero 127, oggi si é tornati a parlare di 111.

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LAMPEDUSA (AG), 4 OTTOBRE 2013 – Non parlano. Raccontano il naufragio del barcone su cui viaggiavano, quando ci riescono, con un filo di voce. Hanno ancora negli occhi le immagini drammatiche dei compagni persi, nelle orecchie le disperate urla di chi in mare chiedeva aiuto. Sono 155 i sopravvissuti del naufragio di Lampedusa e sono raccolti al centro di prima accoglienza dell’isola dove i volontari della Croce rossa italiana cercano di prendersi cura di loro. Ma il dolore è ancora troppo forte.

In un hangar dell’aeroporto sono allineati invece i cadaveri dei migranti finora recuperati. Sono avvolti in teli cerati e plastificati. Attendono che arrivi questa mattina il traghetto che porta le bare in cui riposeranno per sempre. Bisogna fa presto a liberare l’hangar. La stiva del barcone su cui viaggiavano, inabissato a circa 47 metri di profondità, è ancora pieno dei corpi di chi è rimasto intrappolato là dentro. Un’ecatombe: su quel barcone, secondo i racconti dei sopravvissuti, viaggiavano circa 500 persone.

Per tutta la notte, ininterrottamente, nonostante il buio e il maltempo, sono proseguite le ricerche dei sommozzatori dei vigili del fuoco e della Guardia costiera. Lottano contro il vento che si è alzato, lottano contro il tempo, anche se le speranze di ritrovare qualcuno ancora vivo sono ormai debolissime.

“Stanca di contare i morti”, ha detto il sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, che ieri notte, stremata, chiedeva qualcosa da mangiare: non si è mai risparmiata, ha passato la giornata sul molo Favaloro, uno degli scorci più belli di quest’isola di frontiera, dimenticando anche di fare colazione, pranzare, cenare. Ma sempre disponibile a raccontare la sua terra e i suoi concittadini campioni di accoglienza a chiunque telefonasse.

Anche questa alba si è aperta sul molo Favaloro, centro delle operazioni. E, come ieri, si resterà lì contando i corpi che vengono recuperati e sperando, ancora di ritrovare qualcuno che si è salvato.

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