Outing e coming out: tante volte, sia in tv sia sulla stampa, abbiamo sentito queste parole utilizzate erroneamente come sinonimi. Ma in quanti conoscono il reale significato? Che alcune terminologie inglesi siano ormai parte integrante del nostro linguaggio è un dato di fatto. Che queste troppo spesso vengano utilizzate senza cognizione di causa è altrettanto vero.

Nonostante quello che la stragrande maggioranza delle persone pensi, outing e coming out non sono sinonimi e sono soprattutto da utilizzare in contesti diversi. Coming out si riferisce ad una persona che dichiara pubblicamente e spontaneamente il proprio orientamento sessuale, mentre per outing si intende qualcuno che, contro la volontà del diretto interessato, attraverso una dichiarazione, utilizzando delle foto ed altro, rende noto l’orientamento sessuale della persona in questione. Il primo a fare outing fu Michelangelo Signorile, giornalista americano, che decise di rendere pubblico l’orientamento (omo)sessuale di alcuni politici che avevano votato una legge contro l’omosessualità.

A cadere in errore sono infatti anche grandi testate giornalistiche: secondo le statistiche pubblicate da “L’Inkiesta.it”, il giornale La Stampa ha una percentuale di errore nell’uso dei due termini del 66,7%, il Corriere della Sera del 65,4%, Il Sole 24 Ore del 60%, mentre La Repubblica si “salva” con una percentuale del 9,5%.

“Tiziano Ferro ha fatto outing!”, è stato uno scoop che per settimane ha interessato il gossip nazionale e internazionale. Ma, insomma, se avete ben capito la differenza, avrete capito che in realtà Tiziano Ferro ha fatto coming out e non outing. Ad ogni modo, state tranquilli, pensate che esiste addirittura un film (italiano) chiamato “Outing – Fidanzati per sbaglio” in cui succede di tutto, fuorché appunto un caso di outing.