Assostampa, Ordine e Unci | Solidarietà verso i giornalisti perquisiti

di Redazione

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Assostampa, Ordine e Unci | Solidarietà verso i giornalisti perquisiti

| sabato 12 Ottobre 2013 - 15:25

Assostampa e Ordine dei giornalisti di Sicilia si schierano accanto ai giornalisti sottoposti a perquisizione dai carabinieri, nonché di quei colleghi sottoposti a minacce o condannati a pagare risarcimenti pesanti. “Sembra un bollettino di guerra, invece è cronaca degli ultimi giorni per i cronisti impegnati nel loro lavoro”.

“Ancora una volta i giornalisti pagano per aver pubblicato notizie di rilievo e probabilmente sono anche vittime di contrasti e contrapposizioni tra diversi uffici giudiziari”, aggiungono. I due cronisti minacciati sono Paolo Borrometi, collaboratore da Modica dell’Agi e della Sicilia, e Massimo Di Martino, che è anche sceneggiatore di opere cinematografiche nel campo dell’antimafia. Il collega condannato è Rino Giacalone, che dovrà pagare 25 mila euro all’ex sindaco di Trapani, Girolamo Fazio. “Fatti che testimoniano – concludono Assostampa e Ordine – la difficoltà di continuare a svolgere il nostro lavoro e sui quali sentiamo il bisogno di chiedere da una parte alle forze dell’ordine più attenzione per la sicurezza dei colleghi e dall’altra alla magistratura di applicare coerentemente le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, che tendono ad escludere che la portata dei risarcimenti sia tale da indurre i giornalisti a non fare più il loro lavoro”.

L’Unione nazionale cronisti italiani e il Gruppo siciliano dell’Unci esprimono solidarietà ai tre cronisti sottoposti a Palermo a perquisizione e sottolineano che “appena ieri il commissario per i diritti umani dell’Ue, Nils Muiznieks, ha direttamente criticato l’Italia per l’arretratezza delle sue norme sul diritto all’informazione e per non essersi ancora uniformata alla giurisprudenza che promana dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo”.

“Il governo italiano se vuole cancellare questo primato negativo – conclude l’Unci – deve allineare subito la legislazione alle più civili e liberali norme europee”.

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