Fin dal giorno della sua rielezione, Giorgio Napolitano ha legato il suo mandato all’avanzamento delle riforme. Lo ha ribadito con forza oggi nel suo discorso pronunciato al Quirinale in occasione della cerimonia di consegna delle onoreficenze di Cavaliere del lavoro.
Diversi i temi affrontati dal Presidente della Repubblica, che ha tracciato una sorta di bilancio su temi come legge di stabilità, crescita economica, emergenza carceri e soprattutto legge elettorale. “Occorre andare avanti, ribadisce Napolitano, per portare a buon fine le riforme economiche e quelle “politiche e istituzionali da tempo riconosciute necessarie”, in riferimento al Porcellum e alla revisione della seconda parte della Costituzione.
Sul fronte economico per Napolitano la crisi è ancora una realtà, ma si intravedono segnali positivi che devono essere tenuti in considerazione: “Possiamo e dobbiamo tutti trasmettere, non retoricamente, motivi di fiducia su cui fondare un nuovo spirito di iniziativa, un nuovo slancio produttivo e competitivo” sottolinea Napolitano. E a proposito della legge di stabilità, che il governo sta per varare oggi, il Capo dello Stato ha chiesto un “confronto aperto ad ogni valutazione anche critica”, ma comunque responsabile, cioè consapevole di “condizioni oggettive complesse e di vincoli ineludibili”.
Napolitano ha poi riconosciuto un “merito a tutte le forze sociali e politiche che hanno concorso a scongiurare il rischio” che si aprisse un vuoto politico e “un nuovo periodo di grave incertezza e paralisi decisionale” ovvero una crisi di governo.
Infine è tornato sul tema dell’affollamento delle carceri e sulla proposta di una nuova amnistia o indulto: “La dolorosa, umiliante, ineludibile emergenza carceraria – ha sottolineato – è una delle sfide ed emergenze proprie dell’Italia”. Napoltiano ha infine dedicato un passaggio del suo discorso al problema dell’immigrazione e in particolare alla “sconvolgente emergenza delle tragedie in mare e dell’assillante dramma di Lampedusa, per la nuova ondata di profughi richiedenti asilo che non si è riusciti a prevenire e regolare su scala europea”.
