Corteo antagonista a Roma | Scontri e bombe carta, quindici persone fermate

di Redazione

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Corteo antagonista a Roma | Scontri e bombe carta, quindici persone fermate

| sabato 19 Ottobre 2013 - 18:19

Il corteo de “L’Assedio”, l’unione dei Movimenti per la casa e contro le grandi opere, dei No Tav, No Muos e No Expo, sta sfilando per le vie di Roma dopo essere partito da piazza San Giovanni con un’ora e mezza di ritardo. Dal camion in testa alla manifestazione, sul quale è issato uno striscione bianco con scritto “Contro precarietà e austerità organizziamo la nostra rabbia”,  ha parlato Paolo Di Vetta del Movimento per la casa romano: “Assedieremo il ministero dell’Economia, la Cassa depositi e presiti, il ministero delle Infrastrutture. Sapremo come riversare la nostra rabbia dopo averla organizzata. Non finisce oggi e non finisce qui: e’ solo l’inizio”.

Sono quindici i fermati a causa degli scontri che si sono verificati tra via Napoleone III  e via San Martino della Battaglia alle spalle del ministero dell’Economia.  Venti i feriti tra le forze dell’ordine tra cui un ispettore di polizia colpito da infarto durante le operazioni. A provocare gli incidenti sarebbero stati, secondo fonti di polizia, un centinaio di anarchici, che erano nascosti tra la folla. Hanno colpito vestiti di nero e sono poi rientrati nella manifestazione indossando una nuova maglia. Colpiti soprattutto il ministero dell’Economia con lanci di bombe carta, petardi e uova e quello per le Infrastrutture oggetto anch’esso di lanci di petardi e bombe carta. Dati alle fiamme anche diversi cassonetti.

E rivolgendosi ai titolari dei negozi di via Merulana dove si è subito snodato il corteo, i leader hanno detto: “hanno sbagliato oggi a chiudere, noi non siamo qui per devastare. Questo è frutto della campagna stampa – viene urlato nei megafoni – che in tutti questi giorni ci ha demonizzato e fatto credere che la manifestazione sarebbe stata un’occasione per devastare. Così, invece, non è”. Una precisazione che arriva a quasi 24 ore dall’identificazione e dalla denuncia di nove anarchici. Secondo gli organizzatori sarebbero centomila le persone in piazza. Per altre fonti arriverebbero massimo a trentamila.

Nei dintorni di via Merulana le strade sono tutte presidiate e invalicabili. Piazzati mezzi blindati di polizia, carabinieri e guardia di finanza per evitare che gruppi che si staccano dal corteo possano invadere le vie che portano al centro di Roma. Auto civetta e blindati delle forze dell’ordine si trovano anche alla testa del corteo. Schierati anche numerosi agenti in borghese, tra i manifestanti e lungo i lati del corteo.  Un istituto di credito ha rinforzato le protezioni interne con un ulteriore barriera in legno spesso.

Gli organizzatori hanno anche parlato di “provocazioni di neofascisti”: “Un gruppo da Casapound e di Blocco studentesco è arrivato dietro il cordone della polizia – ha raccontato Luca del comitato per la casa – ha creato un po’ di scompiglio ma non è successo nulla di grave. C’è stata un po’ di sottovalutazione da parte delle forze dell’ordine ma noi abbiamo la testa sulle spalle: non ci interessano i neofascisti, oggi siamo in piazza per protestare sotto i palazzi del potere”.

Intanto, proprio davanti alla sede di Casapound si sono venuti a creare dei tafferugli provocati da un gruppo che si è staccato dal cordone principale per tentare l’assalto alla sede di via Napoleone III, proprio all’angolo di via Merulana. I carabinieri si sono subito schierati a ridosso dell’edificio in tenuta antisommossa per evitare che le due fazioni potessero arrivare a contatto. Decine i giovani con il volto coperto, con caschi da motociclista e bastoni in mano, che si sono schierati come un’esercito a protezione della sede di Casapound. la polizia ha cercato di far da filtro ma l’assalto è stato sferrato. Casapound ha anche diffuso una nota dove si sottolinea “il fitto lancio di bottiglie ricevuto, oltre ai soliti insulti. Sembra davvero paradossale – hanno concluso – che chi sta manifestando per il diritto alla casa attacchi un palazzo occupato da una ventina di famiglie in stato di grave emergenza abitativa”.

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