Denaro per influenzare la Corte di Cassazione | Arrestata una funzionaria del Palazzaccio

di Redazione

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Denaro per influenzare la Corte di Cassazione | Arrestata una funzionaria del Palazzaccio

| mercoledì 23 Ottobre 2013 - 14:52

Sono stati arrestati con l’accusa di millantato credito una funzionaria della Corte di Cassazione e due ‘faccendieri’ che avevano preteso 400 mila euro dai familiari di Nicola Femia, ritenuto un boss della ‘ndrangheta, facendo credere di poter aggiustare un processo della suprema corte in cui l’imputato era sottoposto a giudizio. Le manette sono scattate dopo un’indagine della Dda di Bologna. Nessun magistrato pare sia coinvolto.

I tre, Teresa Tommasi, dipendente amministrativa della Cassazione, Massimiliano Colangelo e Nicola Paparusso, i due faccendieri, oggi agli arresti domiciliari avrebbero esercitato indebite pressioni per ‘ammorbidire’ la condanna a 23 anni e 4 mesi di reclusione inferta a Nicola Femia per vari reati associativi. L’attività nasce dalle indagini eseguite dalle fiamme gialle bolognesi nell’ambito dell’operazione denominata Black Monkey relativa ad un’organizzazione criminale dedita al gioco on line illegale facente capo proprio al Femia. Nel corso degli accertamenti è, infatti, emerso che il Femia aveva incaricato un suo uomo di fiducia, Guido Torello (arrestato per vari reati, tra cui quello relativo alle gravi minacce ai danni del giornalista Giovanni Tizian) di ‘adoperarsi’, attraverso sue conoscenze, affinchè il giudizio penale all’epoca pendente in Cassazione nei suoi confronti si risolvesse con una pronuncia favorevole.

Il provvedimento della suprema Corte annullando con rinvio la sentenza di condanna emessa in secondo grado, non aveva però soddisfatto Femia che, con modalità intimidatorie, aveva cercato di rientrare in possesso dei 100 mila euro già versati, rifiutandosi di versare gli ulteriori pattuiti. Dalle indagini della Guardia di finanza è inoltre emerso che, analogamente a quanto verificatosi per il Femia, i tre soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi avrebbero anche ricevuto una ingente somma di denaro millantando la possibilità di influenzare il giudizio della Cassazione nei confronti di Raffaele Petrone, esponente legato alla camorra campana, già condannato a sette anni per tentato omicidio. La Suprema Corte aveva, però, rigettato il ricorso dell’imputato generando, hanno ricostruito le Fiamme gialle, una forte preoccupazione dei tre arrestati per possibili ripercussioni sulla loro persona.

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