Divorzi in trasferta, scoperta la truffa | Nei guai 180 coppie italiane in Inghilterra

di Maria Teresa Camarda

» Cronaca » Divorzi in trasferta, scoperta la truffa | Nei guai 180 coppie italiane in Inghilterra

Divorzi in trasferta, scoperta la truffa | Nei guai 180 coppie italiane in Inghilterra

| domenica 03 Novembre 2013 - 04:49

Dopo lo scandalo della tratta dei minori contesi in divorzi difficili tra genitori con nazionalità differenti, è ora dello scandalo dei divorzi in trasferta. In Inghilterra, infatti, è stato scoperto un vero e proprio “traffico” internazionale di divorzisti, provenienti soprattutto dall’Italia: sono almeno 180 le coppie che, per aggirare la difficile legislazione italiana sul divorzio – che prevede l’obbligo di far trascorrere almeno tre anni di separazione legale – si sono recate in Gran Bretagna, chiedendo la residenza lì, per potere ottenere il divorzio dal coniuge entro sei mesi.

Un fenomeno favorito da quello che l’avvocato Gabriele Giambrone, dello studio legale internazionale Giambrone law, ha indicato come “forum shopping”, ovvero la possibilità di scegliere la corte davanti a cui adire un processo, sulla base della propria convenienza. Il tutto favorito da una mancata legislazione univoca europea.

L’imbroglio dei turisti dei divorzi è stato smascherato perché i funzionari giudiziari inglesi hanno scoperto che, in 179 casi di divorzio su 180, una delle parti che chiedeva il divorzio aveva dato lo stesso indirizzo di residenza, indirizzo che non corrispondeva nemmeno a un’abitazione bensì a una casella postale, mentre tutti i coniugi erano ancora residenti in Italia.

Dopo aver ottenuto la residenza all’estero, infatti, nella maggior parte dei casi le coppie potevano chiedere il divorzio dopo appena sei mesi. “Ma è illegale usare residenze finte a questo scopo”, precisa il quotidiano inglese Daily Mail. Così, il più alto giudice britannico del diritto di famiglia, Sir James Munby, ha richiesto l’annullamento dei 180 divorzi. Una batosta per tutti i “furbetti” italiani che avevano pensato di aggirare così la giurisdizione italiana per ottenere il più presto possibile il divorzio dal coniuge, pagando anche fino a 4 mila euro per pratica. Ora, con la coda tra le gambe, tutte le coppie a cui sarà revocato il divorzio hanno dichiarato che non si opporranno, tranne due che tenteranno invece di far rispettare la sentenza ottenuta in giurisdizione inglese. Un rappresentante del governo italiano sarà presente in tribunale per seguire i procedimenti.

Scoperta la truffa in Inghilterra, una destinazione molto gettonata dai turisti del divorzio potrebbe diventare adesso la Romania, dove dovrebbe essere ancora più semplice (ed economico) ottenere il divorzio dal proprio coniuge.

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820