Maxi sequestro da 325 milioni di euro per un imprenditore del settore oleario

di Redazione

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Maxi sequestro da 325 milioni di euro per un imprenditore del settore oleario

| giovedì 07 Novembre 2013 - 11:17

La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha eseguito un decreto di sequestro beni nei confronti di Vincenzo Oliveri, 59enne nato a Villa San Giovanni, ma domiciliato a Gioia Tauro (RC), noto imprenditore nel settore oleario con proiezioni di rilievo sia nel comparto alberghiero che in quello della ristorazione non solo in Calabria ma anche in Abruzzo e in Emilia Romagna.

Oliveri sin dagli anni ‘80 è stato coinvolto in numerosi procedimenti penali che hanno interessato in particolare le numerose aziende del Gruppo OLIVERI, per la commissione di reati associativi finalizzati alla truffa aggravata, frode in commercio, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, escamotage usato per ottenere indebitamente i contributi AIMA (ora AGEA), erogati nel settore agricolo, per la produzione, lavorazione e commercializzazione dell’olio d’oliva.

Vincenzo Oliveri con il fratello Antonio ed il padre Matteo Giuseppe, furono arrestati, insieme ad altre tre persone nel 2010 per associazione a delinquere,  truffa aggravata ed altro, per aver indebitamente incassato alcuni contributi pubblici emessi per favorire lo sviluppo di attività nel Mezzogiorno. In quella circostanza fu sequestrato l’intero patrimonio del gruppo Oliveri stimato in circa 700 milioni di euro, che venne successivamente mantenuto solo per la parte, quantificata in quasi 18 milioni di euro, corrispondente al profitto del reato.

Dalle indagini è emerso che il Gruppo OLIVERI, dal 1996 hanno ottenuto finanziamenti pubblici per oltre 85 milioni di euro, cui occorre aggiungere le ulteriori ed ingenti somme erogate dall’Agenzia per l’Erogazioni in Agricoltura (AGEA – ex AIMA), pari a 15, 5 milioni di euro, di cui ha direttamente beneficiato Vincenzo Oliveri e il suo nucleo familiare.

Nel dettaglio sono stati sequestrati:

  • 18 società di capitali;
  • 2 S.a.s;
  • 3 ditte individuali, delle quali 7 con sede in Gioia Tauro (RC), 11 a Mosciano San Angelo (TE), 4 a Giulianova (TE) ed una a Ravenna.
  • 39 immobili comprendenti appartamenti e terreni per un estensione di oltre 1000 ettari ubicati in Calabria, tra la Piana di Gioia Tauro e Borgia (CZ);
  • 8 automezzi;
  • 385 titoli AGEA, concernenti il diritto alla percezione degli aiuti comunitari, dal valore ammontante a circa euro 16.180.000,00 (somma stimata che sarebbe stata percepita nei prossimi 10 anni , in costanza dell’attuale normativa);
  • disponibilità finanziarie aziendali e personali, in fase di quantificazione, rinvenute in 52 istituti di credito, per complessivi 415 rapporti di varia natura.

Le 23 aziende posto sequestro operavano nei settori:

  • oleario (13 società);
  • immobiliare (4 società);
  • alberghiero (3 società);
  • alimentare (2 società);
  • energie rinnovabili (una società).

 

Tra i beni societari si segnalano:

  • il 50% delle quote sociali e relativo patrimonio aziendale dell’albergo a 4 stelle “GRAND HOTEL DON JUAN”, sul lungomare di Giulianova (TE);
  • l’intero capitale sociale e patrimonio aziendale della struttura alberghiera “VILLA FIORITA”, sito in Giulianova (TE);
  • il resort ristorante “IL FEUDO DEGLI ULIVI”, a Borgia di Catanzaro (CZ);
  • l’intero capitale sociale e relativo patrimonio della società “BORGIA EOLICA Srl”, con sede in Ravenna, esercente l’attività di realizzazione, gestione e manutenzione di un parco eolico di Borgia (CZ);
  • l’intero capitale sociale ed il patrimonio di note aziende nel settore della lavorazione dell’olio tra le quali: la Vincenzo Oliveri Srl e la Vincenzo Oliveri ditta individuale, la CALABRAGRICOLA Srl, la I.C.O. Srl, nonché quote sociali di numerose altre aziende (per citarne alcune: G.I.S. INDUSTRIA GELATI ITALIANI Srl, P.A.C. Spa, AGRICAL – AGRICOLA CALABRESE Srl, OLEARIA JONICA Srl, SIAL Srl e SIAL 2 Srl ect).

Il valore complessivo del patrimonio sequestrato a Vincenzo Oliveri ammonta complessivamente a circa 325 milioni di euro e costituisce, ad oggi, il più alto risultato conseguito dalla D.I.A. in Calabria, nell’ambito dell’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati.

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