Papa Francesco: “La Chiesa non vuole il sostegno | di chi non paga le tasse e i dipendenti”

di Redazione

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Papa Francesco: “La Chiesa non vuole il sostegno | di chi non paga le tasse e i dipendenti”

| lunedì 11 Novembre 2013 - 11:35

È “un ingiusto” quel benefattore della Chiesa che non sia in regola con le tasse e che non paghi i propri dipendenti. Parola di Papa Francesco che oggi, nell’omelia mattutina alla Domus Santa Marta, ha recitato un dialogo inventato tra sé e un eventuale sostenitore della Chiesa.

Fa male alla Chiesa chi non si pente e “fa finta di essere cristiano”. ha continuato il Pontefice. Tutti, ha spiegato, dobbiamo dirci “peccatori”, ma dobbiamo guardarci dal diventare “corrotti” cioe’ fissarci “in uno stato di sufficienza”, di chi “non sa cosa sia l’umiltà”. “Gesù – ha ricordato il Pontefice – a questi corrotti, diceva: ‘La bellezza di essere sepolcri imbiancati’, che appaiono belli, all’esterno, ma dentro sono pieni di ossa morte e di putredine. E un cristiano che si vanta di essere cristiano, ma non fa vita da cristiano, è uno di questi corrotti'”.

“Questa – ha spiegato Papa Francesco  – è doppia vita. E questo merita, lo dice Gesu’, non lo dico io, che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Non parla di perdono, qui”. Altre volte Francesco ha sottolineato “la differenza fra peccatore e corrotto”. Ma oggi lo ha fatto con particolare forza. “Tutti – ha detto – conosciamo qualcuno che è in questa situazione e quanto male fanno alla Chiesa! Cristiani corrotti, preti corrotti. Quanto male fanno alla Chiesa, perche’ non vivono nello spirito del Vangelo, ma nello spirito della mondanità”. Poi cita San Paolo, che ha ricordato il Pontefice, lo dice chiaramente nella Lettera ai cristiani di Roma: “Non uniformatevi a questo mondo”. Anzi, ha precisato il Papa, il “testo originale è più forte” perché afferma di “non entrare negli schemi di questo mondo, nei parametri di questo mondo”. Schemi, ha ribadito, che “sono questa mondanità che ti porta alla doppia vita”.

 “Una putredine verniciata: questa e’ la vita del corrotto. E Gesù – ha ricordato Bergoglio – non diceva semplicemente ‘peccatori’ a questi, diceva loro: ‘ipocriti'”. Un atteggiamento duro che evidenzia però la bellezza del perdono promesso da Gesù, un atteggiamento che il Papa nella sua omelia – sintetizzata dalla Radio Vaticana – ha riassunto così: “Se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: ‘Sono pentito, sono peccatore’, tu gli perdonerai'”. “E’ quello – ha rilevato il Papa – che Gesù fa con i peccatori. Lui non si stanca di perdonare, soltanto alla condizione di non voler fare questa doppia vita, di andare da Lui pentiti: ‘Perdonami, Signore, sono peccatore!’. ‘Ma, vai avanti, vai avanti: io lo so’. E cosi’ e’ il Signore”. “Chiediamo oggi – ha quindi concluso – la grazia allo Spirito Santo che fugge da ogni inganno, chiediamo la grazia di riconoscerci peccatori: siamo peccatori. Peccatori, si’. Corrotti, no”.

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