Da nord a sud del Belpaese| I borghi italiani tra arte e amore

di Alessandra Santoro

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Da nord a sud del Belpaese| I borghi italiani tra arte e amore

| sabato 16 Novembre 2013 - 09:22

L’autunno è la stagione dei colori e, tra paesaggi ricchi di cromatismi e la luce che irradia le foglie ingiallite, i borghi italiani appaiono ancora più belli e misteriosi e possono essere di spunto per trascorrere un piacevole week end diverso dal solito. Una fuga romantica o un fine settimana all’insegna dell’arte, ogni occasione è buona per scappare via dalla città e andare alla ricerca di bellissimi e suggestivi luoghi che la nostra penisola ci offre.

Partendo dal nord, Sauris (provincia di Udine), borgo di montagna in Friuli Venezia Giulia, è un vero e proprio gioiello avvolto dalle colline e si raggiunge passando per la stretta valle dei Lumiei attraversando malghe e pascoli. Grazie alla sua posizione, la lingua e le tradizioni locali della popolazione (oggi composta da meno di 500 abitanti) sono rimaste intatte nel tempo. Il centro abitato è chiuso da una parte dal lago di Sauris, dall’altra dal profilo delle Dolomiti: un idillio per una fuga d’amore e per chi ama perdersi nel paesaggio montano.

Continuando a percorrere l’Italia verso sud, incontriamo Gradara (provincia di Pesaro) nelle Marche che, secondo la tradizione, è proprio nella rocca di questo borgo, uno dei meglio conservati, che si svolse la vicenda amorosa di Paolo e Francesca narrata nella Divina Commedia. Oltre al castello, si possono visitare le antiche grotte sotterranee del Museo Storico e il Giardino degli Ulivi di Via Cappuccini. Durante la settimana di San Valentino ogni notte Gradara rimane illuminato solo dalla luce di 1.000 candele. Le coppie vengono accompagnate in un itinerario romantico nel borgo tra poesie, serenate, cene e spettacoli.

La nostra fuga romantica si conclude in Sicilia e precisamente a Castelmola, in provincia di Messina, piccolo borgo con una piazza davvero unica da cui si ammira da una parte la costa calabra, dall’altra l’Etna. In realtà l’intero paese, arroccato su una montagna, è un belvedere sul paesaggio circostante: Taormina, il golfo di Giardini di Naxos, lo stretto di Messina. Del castello normanno rimangono solo le mura, mentre la cittadina si compone di pietra e ferro battuto. Tra le vie si snodano chiesette, storici caffè e piccole piazzette fiorite.

Per chi invece preferisce ricercare l’arte tra queste incredibili cittadine, vi suggeriamo al nord la località di Volpedo (provincia di Alessandria) in Piemonte, che fu la patria di uno dei maggiori pittori italiani a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, Giuseppe Pellizza. Principale monumento del paese è la Pieve Romanica, al cui interno si trovano affreschi attribuiti alla Scuola dei fratelli Manfredino e Franceschino Boxilio (XV-XVI secolo), attiva anche presso il Duomo di Milano.

L’Umbria, famosa per le sue cittadine storiche perfettamente conservate, custodisce un borgo davvero incantevole, Bevagna, in provincia di Perugia, che ha mantenuto quasi intatta la pianta urbanistica medievale, restando praticamente estranea allo sviluppo industriale della regione. In Piazza Silvestri si trova il Palazzo dei Consoli del 1270, che, dal 1886, ospita il Teatro Torti, decorato da Bruschi e Pervittori, ma anche alcune chiese: quella di San Michele, del XII-XIII secolo, San Silvestro, del XII secolo, e San Domenico, del XIII-XIV secolo. Le chiese restano numerose anche sul resto della cittadina: S. Maria della Consolazione, del ‘700, S. Agostino, fondata nel 1336 con l’originario convento e contenente oggi alcuni interessanti affreschi appartenenti al XIV-XVI secolo, e S. Filippo, arricchita da affreschi attribuiti a Domenico Valeri.

Nel Sud, in Campania, troviamo Atrani (in provincia di Salerno), un borgo costiero che, con i suoi 0,21 chilometri quadrati, rappresenta il secondo comune più piccolo d’Italia. Al tempo delle repubbliche marinare, fu abitato dalle famiglie più ricche di Amalfi, e qui i Dogi venivano incoronati e seppelliti. La Chiesa di San Salvatore de Birecto, risalente al 940, contiene altorilievi in stile bizantino datati XI secolo. mentre sulle pendici del monte si trova la Collegiata di Santa Maria Maddalena, del XIII secolo, la cui cupola e torre sono diventate simbolo dell’orizzonte di Atrani.

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