Sono 9 milioni gli italiani in difficoltà | I dati di Unimpresa sul lavoro nel Belpaese

di Alessandro Amato

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Sono 9 milioni gli italiani in difficoltà | I dati di Unimpresa sul lavoro nel Belpaese

| lunedì 18 Novembre 2013 - 10:46

Un sesto degli italiani vive in difficoltà. Sono nove milioni i cittadini italiani che attualmente vivono in difficoltà. Questi sono i dati allarmanti diffusi dal Centro studi di Unimpresa che spiega come ai “semplici” disoccupati sia necessario aggiungere i lavoratori occupati in condizioni precarie o economicamente debole, che aumentano a dismisura la platea degli italiani che vivono tra le difficoltà. Il calcolo fatto dal Centro studi di Unimpresa è basato sul secondo trimestre di quest’anno. L’analisi parla di “un’enorme area di disagio ai 3,07 milioni di persone disoccupate, bisogna sommare anzitutto i contratti di lavoro a tempo determinato, sia quelli part time 643mila persone sia quelli a orario pieno 1,63 milioni; vanno poi considerati i lavoratori autonomi part time, 832mila, i collaboratori 430mila e i contratti a tempo indeterminato part time 2,56 milioni”.

Nonostante siano occupate, quindi, queste persone hanno prospettive incerte a riguardo della stabilità del loro impiego e alla possibile stabilità garantita da retribuzioni più alte. Il numero complessivo di persone che lavorano, ma hanno grandi difficoltà è di 6,1 milioni di persone. Il calcolo, fatto sulla base dei dati Istat, indica nel totale dell’area di disagio sociale nel secondo trimestre del 2013: 9,7 milioni di persone, circa 286mila persone in più  rispetto all’anno scorso, un aumento del 3,2 per cento.

“Il governo di Enrico Letta non prende decisioni importanti: l’occasione offerta dalla legge di stabilità – spiega il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi –  sta per essere sprecata con un mix di misure che non consentono a imprese e famiglie di avere risorse per guardare con fiducia al futuro – prosegue ancora Longobardi – Offriamo all’esecutivo, ai partiti e alle istituzioni, i numeri e gli argomenti su cui ragionare per capire quanto sono profonde la crisi e la recessione nel nostro Paese – conclude – Serve maggiore attenzione proprio alla famiglia da parte del Governo”.

 

 

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