Turismo, 10 mila posti di lavoro persi nel 2013 | Federalberghi al Governo: “Passare dalla teoria all’azione”

di Redazione

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Turismo, 10 mila posti di lavoro persi nel 2013 | Federalberghi al Governo: “Passare dalla teoria all’azione”

| sabato 11 Gennaio 2014 - 12:36

Sono gli stranieri che hanno permesso all’Italia di chiudere il 2013 senza troppi danni nel settore del Turismo. Purtroppo però non ha tenuto l’occupazione: da gennaio a dicembre sono andati perduti 10 mila posti di lavoro. È quanto rivelano i dati consuntivi di Federalberghi, secondo cui le presenze negli hotel sono cresciute nel 2013 dello 0,27%, risultato di una flessione del 2,9% degli italiani e di una crescita del 3,7% degli stranieri.

“Un mese di dicembre trainato dalla crescita della domanda internazionale ha consentito al comparto di chiudere il 2013 con un risultato di sostanziale equilibrio nel numero dei pernottamenti, che tuttavia non arresta la flessione dei fatturati delle imprese ricettive e l’inevitabile calo degli occupati”, afferma il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, sottolineando che “al buon risultato della clientela straniera” si contrappone “il costante calo della clientela interna”.

La crescita di 686 mila pernottamenti – rileva la Federalberghi – combinata con la parallela flessione delle tariffe, ha generato un’ulteriore diminuzione del giro d’affari; così il totale dei pernottamenti del 2013 si attesta ad un valore inferiore a quello del 2011 (-1,39%). Entrando nel dettaglio mensile gli italiani hanno fatto segnare indicatori negativi per 10 mesi su 12 ad eccezione di novembre (+0,1%) e dicembre (+1,1%). Gli stranieri hanno segnato solo tre mesi di trend negativo (gennaio, aprile e novembre), inanellando invece incrementi record a dicembre (+7,5%), maggio (+7,3%) e marzo (+6,6%).

Sul fronte dell’occupazione, l’anno 2013 ha chiuso con una diminuzione pari al 4% di lavoratori occupati (fu del -3% nel 2012), quantificabile nel solo comparto alberghiero in 10 mila unità ed in qualcosa come 40 mila unità a livello aggregato di settore. N

“La crescita della clientela straniera – prosegue Bocca – testimonia lo sforzo che le imprese stanno compiendo. Abbiamo sicuramente uno dei poli turistici di eccellenza tra i più attrattivi del mondo, per giunta dotato di un sistema ricettivo capace di soddisfare tutte le esigenze, con una gamma di soluzioni adeguate ai gusti ed alla capacità di spesa di chiunque scelga l’Italia per un proprio soggiorno”.

“Cosa occorre fare adesso per rilanciare anche la domanda interna? – si chiede il presidente degli albergatori. – Dal raffreddamento dello spread, dalla stabilizzazione dei mercati finanziari e dal contenimento del tasso d’inflazione ci auguriamo che nascano le condizioni per ridare liquidità alle famiglie e dunque nuovo vigore ai consumi turistici, ridimensionando il drammatico numero di quei 32 milioni di connazionali che solo per le festività natalizie si sono dichiarati in ‘povertà turistica’ non potendosi permettere nemmeno una notte fuori casa”.

“È trascorso un anno – conclude Bocca – da quando il Consiglio dei Ministri esamino’ il piano nazionale strategico per lo sviluppo del turismo in Italia, che si proponeva di far crescere il Pil di 30 miliardi di euro e di creare 500.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020. E’ urgente passare dalla teoria all’azione, approvando in tempi rapidi il decreto valore turismo”.

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