La Boccassini depone al processo Borsellino quater: | “Già vent’anni fa c’erano dubbi sull’attendibilità di Scarantino”

di Redazione

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La Boccassini depone al processo Borsellino quater: | “Già vent’anni fa c’erano dubbi sull’attendibilità di Scarantino”

| martedì 21 Gennaio 2014 - 12:03

Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini ha deposto al quarto processo per la strage di Via D’Amelio davanti alla corte d’assise di Caltanissetta. “Quando arrivai a Caltanissetta – ha detto riferendosi all’ex collaboratore di giustizia – da parte di tutti c’erano perplessità rispetto alla caratura del personaggio Vincenzo Scarantino. Ricordo perfettamente che si trattava di dubbi nutriti non solo dai magistrati ma anche dagli investigatori”.

Al dibattimento sono imputati con l’accusa di strage i boss Salvino Madonia e Vittorio Tutino e con l’accusa di calunnia i falsi pentiti Calogero Pulci, Vincenzo Scarantino e Francesco Andriotta, ritenuti responsabili di un clamoroso depistaggio che portò alla condanna all’ergastolo di sette innocenti.

“Scarantino – ha aggiunto la Boccassini che lavorò a Caltanissetta tra il ’92 e il 94 sulle stragi di Capaci e via D’Amelio – dal carcere faceva arrivare messaggi tramite la polizia penitenziaria. Accennava alla possibilità di parlare, poi si tirava indietro. Oscillava. Fino a giugno, quando ci fu la ciliegina finale, decise di collaborare e andammo a Pianosa a sentirlo”.

“Tramite l’analisi dei cellulari già nel giugno del 1994 uscì fuori l’utenza di Gaspare Spatuzza nelle indagini sulla strage di via D’Amelio. Fino ad allora c’erano collegamenti che potevano portare allo spunto investigativo che ora si persegue”.

“Scoprimmo – ha aggiunto – che il 19 luglio del ’92 (giorno della morte di Borsellino) c’erano state telefonate tra Gian Battista Ferrante e Fifetto Cannella e da lì si risaliva a Spatuzza”.

Spatuzza, che ha cominciato a collaborare con la giustizia nel 2008, ha riscritto la storia della strage di via D’Amelio svelando il depistaggio, che coinvolge i falsi pentiti Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta, Calogero Pulci, tra gli imputati del processo, sulla fase esecutiva dell’attentato. Grazie alla collaborazione del pentito, che si è autoaccusato della strage in cui fu ucciso Borsellino, è stato possibile ricostruire le fasi preparatorie dell’eccidio e scagionare i sette innocenti accusati da Scarantino, Pulci e Andriotta.

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