“In pensione prima con il contributo dello Stato e dei lavoratori” | La proposta del ministro Giovannini per salvare gli esodati

di Redazione

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“In pensione prima con il contributo dello Stato e dei lavoratori” | La proposta del ministro Giovannini per salvare gli esodati

| martedì 21 Gennaio 2014 - 14:15

Un procedimento complesso. Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, è stato chiaro fin da subito sulle difficoltà che incontreranno gli uffici del ministero per trovare una soluzione per eliminare, nei prossimi anni, la grave questione esodati. La ricetta del ministro Giovannini propone un anticipo dell’assegno previdenziale rispetto all’età pensionabile prevista dalla riforma dell’ex ministro Elsa Fornero.

A seguito di una conferenza stampa all’Inail, il ministro Giovannini ha puntualizzato sul lavoro che stanno facendo: “Stiamo lavorando sugli aspetti tecnici. Il procedimento è complesso. Può prevedere anche il contributo da parte delle aziende. L’idea è di avere una contribuzione da parte di tutti e tre i soggetti ma ci deve essere robustezza finanziaria”.

Con l’introduzione, grazie alla riforma Fornero, dell’innalzamento dell’età pensionabile si è aperta una grave situazione per tutti quegli italiani che hanno perso il lavoro o si sono ritrovati senza i requisiti sufficienti per accedere alla pensione. Una volta che si saranno esaurite tutte le risorse messe a disposizione dallo Stato per supplire al vuoto creato dalla riforma di Elsa Fornero, dagli ammortizzatori sociali alla mobilità, il governo potrebbe attivare un “prestito” per le pensioni garantito dalle aziende e dallo Stato. Non un prestito a fondo perduto. I lavoratori, infatti, che percepiranno il “prestito” dovranno restituirlo una volta ricevuto il primo assegno.

Un prestito che assomiglia particolarmente a quello d’onore per gli studenti, che una volta trovato il primo contratto di lavoro dovranno iniziare a restituire il denaro percepito. Di certo però ancora non sembra esserci niente. Il ministro Giovannini, infatti, ha spiegato che il progetto deve essere “robusto dal punto finanziario e giuridico, ma dovrà essere anche accettato dalle parti sociali”.

 

 

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