Di Luca spara a zero sul mondo del ciclismo: “Solo il 10% non fa iniezioni di Epo”

di Francesco Reina

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Di Luca spara a zero sul mondo del ciclismo: “Solo il 10% non fa iniezioni di Epo”

| giovedì 23 Gennaio 2014 - 13:08

Danilo Di Luca, il ciclista italiano squalificato a vita lo scorso 5 dicembre dal Tribunale Nazionale Antidoping di Roma, in un’intervista rilasciata al programma Le Iene trasmessa in onda ieri sera, spara a zero sul mondo del ciclismo.

“L’antidoping rincorre il doping, ma il doping è sempre un passo avanti”: l’ex ciclista sostiene infatti che, tra tutti i partecipanti al Giro d’Italia, soltanto il 10% non ha mai fatto iniezioni di Epo, la stessa percentuale non interessata a vincere e che si prepara per altre gare.

Di Luca spiega poi nel dettaglio i prezzi e l’effetto delle sostanze dopanti e delle trasfusioni di sangue, la cui efficacia è paragonabile all’Epo: “Le trasfusioni sono vere. Se siano da considerarsi doping? Certo, perché puoi fare a meno dell’uso dell’Epo e usi la sacca. E nei controlli non vengono trovate. Come funziona? Un atleta si toglie il sangue e dopo, quando ne ha bisogno, se lo rimette. E rendi molto di più”.

Parla inoltre dell’uso del Viagra in campo ciclistico: “Se si usa non lo si fa per migliorare le prestazioni, ma quando fa freddo. Essendo un vaso dilatatore, con il freddo ti riscalda il corpo. Se aumenta le prestazioni? Secondo me no”.

Cita anche Armstrong, che dopo la squalifica lo ha definito stupido perché dopato, e sostiene come anche lui “si sia adeguato” agli altri ciclisti e che i suoi 7 Tour de France li avrebbe vinti comunque, con o senza doping: “Se non ci fossero per nessuno (i farmaci) i risultati sarebbero sempre gli stessi. Rimpianti? Sì, essermi fatto beccare tre volte. L’ho gestita male”.

“Esistono le combine nel ciclismo – conclude Di Luca – magari c’è un finale di gara con 5 corridori, c’è un corridore che si sente più forte degli altri, perché è più veloce degli altri, e parla con un altro corridore che non è un suo compagno di squadra: ‘Ti do tot se mi tiri la volata’, ‘Ti do tot se mi vai a prendere quello che scatta’. Me l’hanno anche proposto e ho accettato”.

Nel frattempo, molti atleti professionisti hanno dimostrato di non gradire le scomode dichiarazioni di De Luca, come il tweet del nuotatore Luca Dotto:

Il “killer” di Spoltore è stato convocato dalla Procura antidoping del Coni il 30 gennaio come persona informata dei fatti per approfondire e verificare la veridicità delle dichiarazioni.

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