Sicilia e-Servizi, indagine sui 76 dipendenti appena assunti | Ingroia nomina una commissione speciale

di Redazione

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Sicilia e-Servizi, indagine sui 76 dipendenti appena assunti | Ingroia nomina una commissione speciale

| giovedì 23 Gennaio 2014 - 16:58

Un’indagine sui 76 dipendenti assunti due giorni fa da Sicilia e-Servizi verrà effettuata da una commissione speciale nominata da Antonio Ingroia. L’ex pm, commissario liquidatore della società, chiede alla commissione di stabilire che tipo di competenze hanno e se potranno quindi essere confermati dopo i quattro mesi di prova.

Il personale è stato assunto qualche anno fa dal socio privato di Sicilia e-Servizi che intanto è diventata totalmente pubblica e che il governo dieci giorni fa, con la finanziaria, considera strategica e quindi non più in liquidazione.

“Abbiamo deciso di assumere il personale proveniente dall’ex socio privato perché la Regione non ha tra i propri dipendenti le figure professionali per gestire il servizio – spiega Ingroia all’Ansa dopo notizie apparse su alcuni organi d’informazione – In questo modo abbiamo evitato il blocco del sistema informatico che avrebbe mandato in tilt la Regione, mettendo a rischio le prenotazioni negli ospedali, il servizio del 118 e l’intera macchina burocratica”.

Tra i 76 dipendenti ci sarebbero persone indagate, parenti di politici e burocrati, e anche di mafiosi, come il genero di Stefano Bontade, ucciso nella guerra di mafia a Palermo nel 1981. “In questa fase era fondamentale evitare il blocco del servizio, che sarebbe scattato tra un paio di giorni in quanto la procedura di mobilità, disposta dall’ex socio privato, per le 76 persone scadeva a breve – afferma l’ex pm – Non avevamo scelta. In Sicilia c’è il blocco delle assunzioni, potevamo solo assumere personale che aveva precedenti rapporti con l’amministrazione, come in questo caso”.

Ingroia aggiunge: “Ho preso in mano questo incarico alla vigilia del blocco delle assunzioni e nel pieno del contenzioso tra Sicilia e-Servizi e socio privato; in cinque anni nessuno aveva mai controllato nulla, avrei potuto anche dimettermi, ma non l’ho fatto assumendomi la responsabilità di rimettere a posto la società”.

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