Nintendo vs PCBox: per la Corte di giustizia UE craccare le consolle non è sempre illegale

di Francesco Reina

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Nintendo vs PCBox: per la Corte di giustizia UE craccare le consolle non è sempre illegale

| venerdì 24 Gennaio 2014 - 12:51

L’”apertura” software di consolle e device in generale è uno degli argomenti più discussi da sempre nel mondo dell’informatica, ma la battaglia legale che sta investendo Nintendo e PCBox, ora Recoverybios, un portale di vendita di modchip per Wii e DS, potrebbe però arrivare a una soluzione che renderà felici parecchi modder.

Il Tribunale di Milano, investito della controversia, ha richiesto il parere della Corte di giustizia UE per “chiarire la portata della protezione giuridica di cui si può avvalere Nintendo ai sensi della direttiva sull’armonizzazione del diritto d’autore al fine di lottare contro l’elusione delle misure tecnologiche predisposte”, come si legge sulla nota ufficiale.

E la sorprendente risposta: la Corte infatti sottolinea come la legge attualmente in vigore preveda che i blocchi imposti sui dispositivi siano destinati a “impedire o ad eliminare gli atti non autorizzati di riproduzione, di comunicazione, di messa a disposizione del pubblico o di distribuzione delle opere per i quali è richiesta l’autorizzazione del titolare di un diritto d’autore. Tale protezione giuridica – si continua a leggere sulla nota – deve rispettare il principio di proporzionalità senza vietare i dispositivi o le attività che hanno, sul piano commerciale, una finalità o un’utilizzazione diversa dall’elusione della protezione tecnologica a fini illeciti”

La nota insomma evidenzia come le restrizioni debbano servire solo per “proteggere” i contenuti coperti dal sistema DRM di Nintendo, cioè i videogiochi, ma ciò non preclude che l’utente non possa installare software di terze parti come gli “homebrew”, sempre che la funzione di questi non preveda l’elusione dei sistemi di copyright.

Spetta adesso al Tribunale di Milano stabilire se i modchip venduti da PCBox fossero destinati quasi esclusivamente all’utilizzo di “copie di backup”. Per gli appassionati del settore resta comunque un’ottima notizia in quanto le procedure di sblocco dei dispositivi vengono spesso associate alla pirateria, concezione assolutamente errata.

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