C’è il popolo viola. Quello che ha assunto posizioni precise nei confronti della politica e delle sue condotte. Ci sono i Viola, che per i calciofili sono esclusivamente i calciatori e i tifosi della Fiorentina. E poi c’è una vera e propria marea tanto trasversale quanto giovane ed appassionata che si muove sulle note di Martina Stoessel. Questo è il popolo di Violetta, che ama farsi chiamare V-Lover, e che oggi sbarca a Catania per una due giorni che si prevede al limite del delirio pop-musicale.
Breve introduzione per gli V-ignoranti, nel senso che ignorano o non sanno chi è Violetta. Si tratta di una serie tv coprodotta Disney Channel Europa e Disney Channel America Latina e interamente girata a Buenos Aires che ha letteralmente sbancato. Ha fatto il suo debutto in Italia nel maggio 2012 ed ha da subito raccolto milioni di fan. Violetta, interpretata dall’argentina Martina Stoessel, è una teenager di talento alle prese con una vita che unisce la passione per la musica con le storie di un gruppo di ragazzi della sua età.
Qualcosa di più, quindi, di Licia e Bee-Hive, di ispirazione nippo-italiana che sconvolse la vita degli adolescenti del Belpaese degli anni ’80-’90 perché, Cristina D’Avena a parte, il prodotto musicale non era tanto pregevole quanto quello di Violetta. Anche se il disco di Mirko, Satomi e quello con i capelli verdi di cui non ricordo il nome riuscì comunque ad entrare nella hit-parade di cecchettiana memoria.
Un fenomeno che diventa mania grazie ai canali verticali Disney e ad un martellamento che non lascia scampo a quelle mamme e papà che oggi e domani pomeriggio faranno la fila per entrare al PalaCatania mano nella mano con le loro V-Lovers per assistere ai due concerti dal vivo di Violetta, accompagnata dal cast originale della serie.
Lo spettacolo preannuncia “fantastiche coreografie, favolosi costumi ed effetti speciali che lasceranno senza fiato il pubblico, che potrà scatenarsi a ritmo di musica sulle note delle canzoni più celebri della serie”.
Se Violetta-Martina è diventata una star ci sarà comunque una buona ragione. Effettivamente tutti gli interpreti mostrano del talento, il prodotto tv, che è diventato uno show, è di qualità e il successo ha permesso di accrescerla grazie agli investimenti della produzione.
Nei favolosi anni ’80 stessa sorte non è toccata a Licia e i Bee-Hive: Cristina D’Avena era già una stella italiana di prima grandezza della musica per i giovanissimi, ma gli spettacoli che si organizzarono non si trasformarono in veri e propri happening con fan in delirio e città in tilt (a Catania le previsioni sono questo con buona pace di vigili e automobilisti).
Certo, nessuno potrà mai sapere cosa sarebbe potuto accadere se i ragazzi di Happy Days fossero andati in tour. Quel telefilm di oltre 40 anni fa è oltre la leggenda e i retaggi dello stile di Fonzie, Richie & co. continuano ad essere attuali. Chiedere a Matteo Renzi per avere conferme.
